Video shock: monaca tibetana si da fuoco

Un video che riprende una donna che si da fuoco per la liberazione del Tibet sta focalizzando l’attenzione sul problema di una nazione che da anni chiede aiuto. Pensate che dal mese di marzo ad oggi in Tibet ci sono state più di 11 autoimmolazioni, persone, come quella ripresa dal video che si sono date fuoco per protestare contro l’occupazione cinese del Tibet.
Una richiesta di libertà del popolo tibetano che è vittima di una feroce repressione contro la quale si cerca di attrarre l’attenzione con gesti estremi, come quelli che vi abbiamo narrato più volte qui su 2duerighe.
Anche il Dalai Lama si era espresso in merito pochi giorni fa ricordando che questi gesti sono figli di un “genocidio culturale” condotto dalla Cina in Tibet.
Secondo il leader spirituale del popolo tibetano è il governo cinese il responsabile della vera e propria “carneficina” di monaci tibetani in corso nel Sichuan, provincia cinese del Tibet. Ricordiamo ai nostri lettori che l’occupazione cinese dura ormai da oltre 60 anni con un unico scopo: “rieducare”.
Una rieducazione volta a trasformare gli abitanti del Tibet a cittadini cinesi, con una vera e propria istruzione da regime, distribuendo bandiere e immagini dei leader cinesi e impaurendo la gente con agenti addetti a questi scopi.
Questa realtà è stata commentata così dal Dalai Lama: «C’e’ una sorta di genocidio culturale che avviene sul Tetto del mondo (…) Nel corso degli ultimi dieci, quindici anni ci sono stati dirigenti cinesi molto decisi (…) E’ per questo che vedete accadere questo genere di tragici incidenti».
Le immagini del video risalgono allo scorso 3 novembre e ritraggono una religiosa, Palden Choesto, 35 anni, in piedi in mezzo alla strada, avvolta dalle fiamme che lei stessa ha acceso per protestare: un grido di libertà.
Il video postato su Free Tibet è così stato commentato dall’associazione: «Nel video si vede non solo la disperazione, ma anche la determinazione dei tibetani pronti a lottare per la loro libertà, a qualsiasi costo».
La replica dal fronte cinese è arrivata con la dichiarazione di Hong Lei, portavoce del ministero degli Esteri cinese che ha affermato che gesti che gesti come questi sono: «organizzati e istigati dalla cricca del Dalai Lama che per motivi secessionistici avrebbe ordito negli ultimi mesi una catena di auto-immolazioni».
Il Dalai Lama per quanti non lo sapessero è considerato dalle autorità cinesi un terrorista separatista e di che fomenta i suicidi per questo è in esilio dal 1959. Il Dalai Lama però ripete da anni di volere solo una maggior autonomia del Tibet per preservarne cultura e tradizioni e di condividere anzi in pieno i principi della non-violenza, invitando più volte i religiosi a evitare gesti estremi; nel mese di ottobre ha guidato in India centinai di monaci e fedeli nelle preghiere di commemorazione rivolte a chi fin ora si è immolato per la liberazione del Tibet.
Serviva veramente questo video per riportare l’attenzione sul “problema Tibet”?
Riteniamo giusto proporvi il video:
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di Enrico Ferdinandi
21 novembre 2011