Nucleare, via al sesto round dei colloqui tra Iran e USA

Stati Uniti e Iran si incontreranno a Muscat, in Oman, questa domenica. L’occasione è il sesto round per discutere il programma nucleare di Tehran. I due Paesi stanno negoziando da aprile 2025 un accordo che vede la mediazione dell’Oman. Le trattative mirano a impedire che l’Iran si doti di armi nucleari, in cambio della cessazione delle sanzioni economiche nei confronti del Paese.
Il sesto round era stato preannunciato martedì dal portavoce del ministero degli Esteri dell’Iran, Esmail Baghaei. Oggi a confermarlo è il ministro degli Esteri dell’Oman, Badr al-Busaidi, che su x scrive: “Sono lieto di confermare che il sesto round dei colloqui tra Iran e Stati Uniti si terrà a Muscat domenica 15 giugno”.
Gli ultimi sviluppi
Dai due Paesi in trattativa arrivano dichiarazioni contrastanti circa l’incontro. Washington ha fatto sapere che incontrerà la controparte giovedì 12 giugno. L’Iran, invece, ha dichiarato che i colloqui si terranno domenica 15 giugno e che giovedì il suo ministro degli Esteri sarà in Novergia, al Forum di Oslo.
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sentito telefonicamente Benjamin Netanyahu e ha parlato di un “offerta ragionevole” nei confronti di Tehran. Ma il testo non parla della revoca delle sanzioni, una priorità per l’Iran. L’ayatollah Ali Khamenei ha infatti giudicato l’offerta di Washington “al 100% contraria” agli interessi del Paese.
Nonostante questo l’Iran presenterà una controproposta. Il viceministro degli Esteri iraniano, Majid Takht-Ravanchi, si è mostrato intenzionato a trovare una soluzione. “Qualsiasi negoziato a livello internazionale richiede molta pazienza per raggiungere un risultato”, ha sottolineato Takht-Ravanchi, diplomatico di lunga data, in un’intervista all’Irna.
Dall’Europa arriva un segnale preoccupante agli occhi di Tehran. L’Agenzia atomica (AIEA) sta valutando le attività del Paese. Secondo fonti diplomatiche sia Europa che USA starebbero considerando una risoluzione contro l’Iran, che rischierebbe il ritorno delle sanzioni ONU (meccanismo “snapback”). Il Paese ha minacciato di ridurre la sua cooperazione con l’Aiea, se venisse adottata una risoluzione in questo senso.
Punti critici delle trattative
Al centro delle trattative la questione rimane l’uranio arricchito. Secondo il Jcpoa, l’accordo sul nucleare firmato nel 2015 tra l’Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Russia) più la Germania, il limite è di 3,67%. Questo vuol dire che ogni Paese non può superare quella soglia di uranio arricchito. Per costruire una bomba nucleare serve uranio al 90%. Al momento l’Iran ha raggiunto il 60%.
Per gli Stati Uniti la possibilità è una sola: l’Iran deve rinunciare completamente alla costruzione di armi nucleari. L’Iran non ci sta e si appena al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Questo accordo permette a ogni Paese firmatario l’uso di energia nucleare per scopi civili. Negare questa possibilità vuol dire violare l’accordo.