Prossimo incontro Zelensky-Putin in Turchia?

Il presidente ucraino Zelensky ha annunciato, a sorpresa, “Aspetterò Putin in Turchia giovedì, personalmente”, rispondendo alla proposta che era stata avanzata la notte prima da Putin stesso e accogliendo anche in un certo senso l’invito di Donald Trump agli ucraini di “vedere le carte della Russia”.
C’è però una sostanziale differenza nella posizione di Kiev rispetto a quella statunitense. Zelensky, in un suo post su X, ha scritto che il popolo ucraino attende un “un cessate il fuoco completo e duraturo, a partire da domani, per fornire la base necessaria alla diplomazia”. Zelensky non vuole, cioè, arrivare a intavolare negoziati senza prima aver raggiunto un cessate il fuoco senza condizioni di 30 giorni, richiesto domenica 11 maggio dagli ucraini stessi e da altri Paesi. Trump, scrivendo sul suo social Truth, si è invece detto convinto che “Putin non vuole avere un cessate il fuoco”, ma l’Ucraina, comunque, “dovrebbe accettare immediatamente”. In questo modo, afferma l’inquilino della Casa Bianca, si potrà vedere “se un accordo è possibile”. La proposta di negoziati diretti era stata messa sul tavolo anche da Putin in un incontro con i giornalisti alle 2 del mattino di domenica, dopo la conclusione dei tanti incontri con le delegazioni giunte a Mosca per la parata della Vittoria e soprattutto dopo frenetici contatti diplomatici di Mosca con Ankara.
La lentezza nei negoziati sembra dipendere molto da alcune richieste da parte di Mosca: per Putin, infatti, la tregua sarà possibile solo a patto che durante i 30 giorni vengano sospese anche le forniture di armi occidentali all’Ucraina, per impedire che approfitti della pausa per riarmarsi. In caso contrario, secondo il presidente russo, è possibile avviare “negoziati seri” anche “senza condizioni”, vale a dire senza un cessate il fuoco in atto, per puntare ad “eliminare le cause alla radice del conflitto e aprire la strada ad una pace solida di lungo termine”. La proposta di passare direttamente a negoziati diretti ha “il sostegno dei leader di molti Paesi, compresi quelli del Brics, di cui fa parte la Cina.
Gli Usa, come dichiarato da Trump inizialmente, volevano “continuare a lavorare con entrambe le parti” per porre fine al conflitto. Ma qualche ora più tardi ha assunto una posizione più decisa, lanciando anche una frecciata a Putin. “Inizio a dubitare – ha affermato nel suo secondo post – che l’Ucraina farà un accordo con Putin, che è troppo impegnato a celebrare la vittoria della Seconda Guerra Mondiale, che non sarebbe stata vinta senza gli Stati Uniti”. Da parte sua, il Segretario di Stato americano Marco Rubio, durante una conversazione telefonica avuta ieri con il ministro degli Esteri britannico David Lammy, ha ribadito che la “massima priorità” degli Stati Uniti sulla guerra tra Russia e Ucraina “rimane la fine dei combattimenti e un cessate il fuoco immediato”.
Nel resto d’Europa, per il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente francese Emmanuel Macron quello di Putin è “un primo passo ma non sufficiente”, in assenza appunto di una tregua. Il primo a farlo notare è stato Macron, appena sceso di primo mattino in Polonia dal treno che lo aveva riportato da Kiev. Recep Tayyip Erdogan, designato come mediatore, ha cercato di fargli cambiare idea – non si sa con quali risultati – in un colloquio telefonico in cui ha affermato che “è stato raggiunto un punto di svolta storico negli sforzi per porre fine alla guerra” e “questa opportunità deve essere colta”.
Per ora, della tregua che sarebbe dovuta iniziare già oggi, 12 maggio, non c’è traccia. Nonostante l’ultimatum per il cessate il fuoco, riferisce la testata Ukrinform citando un messaggio dell’Aeronautica militare ucraina su Telegram, dalle ore 23:00 di domenica 11 maggio alla mattina di oggi “i russi hanno attaccato l’Ucraina con 108 droni Shahed e droni simulatori di vario tipo dalle seguenti direzioni: Bryansk, Orel, Shatalovo, Millerovo, Primorsko-Akhtarsk e Chauda”.
Il presidente turco ha poi parlato con Putin, con il quale è stata discussa in dettaglio l’iniziativa del presidente russo, come riferito dal Cremlino. Domani, martedì 13 maggio, a Londra è intanto in programma una riunione ministeriale del formato Weimar+ (Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Regno Unito e Ue) durante la quale, fa sapere la Farnesina, sarà fatto “il punto sugli sforzi diplomatici in atto per raggiungere un cessate il fuoco e un accordo per una pace giusta”. Sarà presente il ministro degli Esteri Antonio Tajani ed è prevista la partecipazione del capo della diplomazia ucraina, Andrii Sybiha.