Il Cile insiste sulla lotta al cambiamento climatico
Per il governo cileno, con l’ambiente, non si scherza. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il Cile è uno di quei paesi particolarmente vulnerabili all’impatto del cambiamento climatico, soggetto a maggiori rischi di alluvioni, al declino della biodiversità, a minore disponibilità di acqua per la produzione di energia idroelettrica e al calo della produzione agricola. Alla metà del 2024, il Cile ha, infatti, già dovuto affrontare notevoli emergenze climatiche. Lo stato di catastrofe è stato dichiarato ben due volte dall’inizio dell’anno, spronando sempre di più le autorità cilene ad agire, promuovendo impegno e collaborazione tra gli Stati nella lotta alla crisi climatica.
Il Cile, tra incendi ed esondazioni
Il territorio cileno è spesso soggetto a dirompenti alterazioni del clima, tra incendi e piogge intense, alternate a lunghi periodi di siccità, che rendono lo stato climatico quanto più instabile e rischioso per l’ambiente ed i suoi abitanti. L’11 giugno, nella regione di Biobío, è stato infatti dichiarato dalle autorità cilene lo «stato di catastrofe», a causa delle fortissime piogge che hanno colpito quasi settecento fattorie e diversi enti locali e che hanno portato, nel comune di Arauco, allo straripamento del fiume Pichilo. Lo stesso stato emergenziale era stato dichiarato già nel febbraio di questo anno, in seguito alla devastante ondata di incendi (circa 165) avvenuta nella regione di Valparaíso (confinante con la Regione Metropolitana di Santiago, la più popolosa). Il divampamento dei roghi ha provocato la morte di oltre centotrenta persone, nonché la distruzione di circa 1.300 abitazioni e di 46.000 ettari di vegetazione e boschi.
Crisi climatica: Cile e Germania puntano ad un approccio pragmatico
Proprio nei giorni in cui il Cile è paralizzato dalle forti piogge, il presidente Gabriel Boric sta intraprendendo un tour presidenziale tra diversi Paesi europei, il cui focus prioritario è rivolto proprio al clima, all’energia e ai diritti umani. La sua prima visita ufficiale è stata realizzata in Germania, il 10 e l’11 giugno, con l’obiettivo di realizzare una cooperazione bilaterale tra i due paesi, in campi fondamentali come quello del cambiamento climatico e della sostenibilità. Come ha ricordato lo stesso Boric, la Germania è il principale partner cileno nell’Unione europea e, per lui, dialogare con quest’ultimo, è senza dubbio essenziale. Nel loro incontro, Boric e Scholz hanno, infatti, inaugurato il forum economico «Cile-Germania: partner strategici per le sfide globali», stendendo inoltre un articolo in cui proclamano la volontà di investire sempre di più su una politica climatica congiunta, basata sullo sviluppo sostenibile e sulla promozione di una crescita industriale che sia quanto più rispettosa del clima. L’articolo è stato pubblicato sul quotidiano cileno El Mercurio e sul tedesco Handelsblatt. I due scrivono di come il cambiamento climatico sia ormai la sfida più grande del nostro secolo e di come esso non possa essere combattuto senza la cooperazione multilaterale o un migliore coordinamento tra Stati. Le conferenze come la COP e accordi come quello di Parigi (2015) sono, altresì, fondamentali, ma, per Boric e Scholz, non possono bastare. L’approccio al problema deve essere quanto più pragmatico possibile. Tra i loro obiettivi, vi è, infatti, quello di trasformare l’industria di paesi emergenti, come il Cile, ed attuare un salto quantitativo verso le industrie verdi. Nei paesi più industrializzati, come la Germania, è, invece, necessario rinnovare parti della base industriale, in modo tale da renderle il meno possibile impattanti verso l’ambiente. Raggiungere obiettivi concreti ed equi, incoraggiando la cooperazione ed il dialogo, è la sfida che si prefissano i due leader socialdemocratici. Quando si parla di lotta al cambiamento climatico, una delle paure più generalizzate è sicuramente quella associata al veder trasformate tutte le buone parole ed i buoni propositi – spesso messi per iscritto – in nulla più che una nube di fumo. Boric e Scholz sembrano parlare proprio di questo, insistendo sulla necessità di puntare ai fatti. Per uno Stato come il Cile, che proprio in questi giorni sta vivendo l’ennesima emergenza ambientale, tale approccio pragmatico e collaborativo risulta essere a dir poco vitale: di fumo, il paese ne ha già visto abbastanza.