Incuria: una lettera d’amore per Roma
Una conversazione con Salvatore Iaconesi e Oriana Persico
“Nuovo Abitare” è il progetto della coppia di ricercatori-artisti Salvatore Iaconesi e Oriana Persico, il momentaneo esito di un percorso costellato di tentativi innovativi di mettere in connessione le comunità più diverse con l’Intelligenza Artificiale, favorendo con essa interazioni facili per comprenderla e prenderne coscienza, anche in contesti inaspettati come le periferie. Abbiamo avuto modo di incontrarli e di parlare con loro del loro nuovo libro, uscito lo scorso 17 novembre edito per Luca Sossella Editore: Incuria.
Cosa c’è dietro questo titolo e come si colloca questa esperienza editoriale nel percorso del vostro “Nuovo Abitare”?
I dati sono il più grande fenomeno estrattivo del pianeta, sono il “nuovo petrolio” come si dice. Non disponiamo di un altro immaginario, ed è una tragedia che riguarda l’ambiente, le psicologie, le nostre relazioni ed emozioni, come potremo godere dei nostri diritti e delle nostre libertà – e come stanno mutando. Il Nuovo Abitare è un cambiamento di stato per affrontare questa tragedia. È la proposta di un ecosistema dove l’essere umano abbraccia la complessità e impara a riposizionarsi nella rete di relazione che tiene persone, organizzazioni, animali, piante, agenti computazionali. I dati diventano un common ground: un ponte fra tutti questi attori per stabilire relazioni, uno spazio per l’espressione, l’autobiografia e per concepire modelli di governo basati sulla cura e la solidarietà.
Nuovo Abitare si ispira a Roma, la città in cui abbiamo deciso di vivere e lavorare. Consideriamo Roma un modello di innovazione radicale, che non si applica solo per mancanza di immaginario. Il libro parla di questo. Del perché dopo essere stati chiamati a Londra, Bruxelles, Berlino, o a Yale e Stanford negli Stati Uniti, siamo tornati qui per portare avanti lo stadio più avanzato della nostra ricerca. E del perché è qui, a Torpignattara, in mezzo alla bellezza commovente di tante culture che riescono a vivere pacificamente, mescolandosi come le erbacce del terzo paesaggio nei giardini di Gilles Clément, che che intendiamo stabilire la sua sede.
La Roma che ha ispirato Incuria è quella delle periferie. Non solo un omaggio a Pasolini…Perché?
Roma è una città frattale: l’omaggio è trasversale. In un mondo ipercodificato, a Roma la realtà è ancora negoziabile. Scendendo per strada, andando a fare la spesa o al bar, si è costantemente immersi in un universo di relazioni dove la posizione che occupi nell’ecosistema si contratta: il cameriere mi darà del tu o del lei? E la tabaccaia che mi dirà oggi? E potremmo continuare. La relazione è imprevedibile, le persone ridefiniscono in continuazione i ruoli in una socialità intensa, diffusa, canzonatoria e a volte cinica che spesso sconvolge le persone. Questa trasgressione spontanea e quotidiana è lo spazio da cui può sorgere e in cui può svilupparsi il modello di innovazione radicale che descriviamo nel libro, e che è alla base di Nuovo Abitare.
Le città sono evidentemente e sempre di più dei laboratori, degli spazi di ricerca. Lo manifestano urbanisti, architetti, sociologi del territorio. Roma potrebbe davvero, come sembrate ipotizzare, diventare un modello di innovazione replicabile? E in che modo?
L’in-mappabile, illeggibile, ingovernabile Roma offre infinite nicchie che possono ospitare la diversità, proteggere e stimolare la capacità di incrociarsi con semi e pollini che, trasportati da venti fisici e digitali, possono fare il giro del mondo.
Per questo la amiamo. Per questo ci stiamo investendo il nostro patrimonio personale e aziendale (quel centro di ricerca HER she Loves Data che abbiamo fondato nel 2013). Non abbiamo nessuna ambizione di trasformarla nella prossima Berlino. Al contrario, pensiamo che questo potenziale, questa differenza vada valorizzata invece che anestetizzata. E compresa. Roma è un terzo paesaggio fatto città. Torniamo ai giardini di Gilles Clements: le “erbacce” sono la maggior parte della biodiversità urbana, ripopolano terreni deserti e in larga parte sono edibili. E Clement, che con queste erbacce ci lavora, dice una cosa bellissima: il giardiniere del Terzo Paesaggio non usa la vanga e il rastrello, ma il vento e la conoscenza. Questa innovazione radicale è prima di tutto un cambiamento di sguardo: bisogna acquisire un’estetica e una sensibilità e partire da questo.
Incuria, dichiaratamente una lettera d’amore per Roma, ma anche per il Cinema, che scandisce i capitoli tra immaginazioni, citazioni, personaggi. Qual è il vostro rapporto con la “settima arte” e perché vi è stato funzionale in questa occasione?
Roma è un’icona del cinema, ci sono film culto ambientati qui, occhi sensibili che prima di noi hanno colto e raccontato la città, e l’hanno portata in scena. Fellini, Pasolini, Mastroianni, Claudia Cardinale, il Marchese del Grillo, Fantozzi, Accattone e i protagonisti di Amore tossico, Enzetto e Ciopper, scrivendo sono stati i nostri compagni di viaggio. Sono loro ad accompagnarci alla scoperta dell’innovazione evocata nel libro attraverso la Nobiltà Punk Open Source e l’Economia della Svòlta.
Alla fine con Incuria voi dimostrate di credere in Roma come paradigma di un possibile Nuovo Abitare. Cosa si intende con questo progetto e quali i prossimi passi su Roma per farlo crescere?
Stiamo tirando su l’organizzazione non profit che ospiterà la vita e le attività del Nuovo Abitare, e che si prenderà cura della manutenzione e dello sviluppo di ARNA: l’Archivio dei Rituali del Nuovo Abitare. L’archivio raccoglie opere d’arte, design e ricerche transdisciplinari che trattano di come persone e comunità per poter godere dei propri diritti e delle proprie libertà, debbano oggi avere a che fare con la mediazione dei dati e della computazione. Un archivio internazionale, aperto e distribuito che parte con le nostre opere per estendersi a chi si riconosce o già opera nella sensibilità del Nuovo Abitare.
Stiamo cercando la sede a Roma, le ricerche sono concentrate sul quartiere di Torpignattara. Con il libro è partita la campagna di fundraising: sul sito abbiamo già predisposto un sistema trasparente che consente di vedere a che punto siamo con la raccolta fondi e chi sta finanziando Nuovo Abitare: al momento siamo noi, il nostro centro di ricerca e le prime donazioni spontanee.
Il primo evento di presentazione si è svolto a Roma il 10 dicembre proprio a Torpignattara, il prossimo in calendario è a Napoli il 29 dicembre presso Studio Riot. Chi vuole sostenerci può comprare il libro in libreria o scriverci per organizzare acquisti collettivi e presentazioni ad hoc (per la propria organizzazione, classe, gruppo di lavoro, evento): tutti i ricavi sono destinati all’acquisto della sede e all’avvio delle prime borse di ricerca.
Leggendo il libro viene fuori una volta di più una pluralità di anime a caratterizzare la vostra esperienza di vita, di ricerca, di lavoro. Oggi, e solo per oggi, visto che siete evidentemente in cammino, come vi definereste?
Siamo artisti e ricercatori, nel 2013 abbiamo creato un centro di ricerca che si occupa degli impatti dei dati e della computazione sulle psicologie e sulle società umane contemporanee. Nuovo Abitare ne è l’evoluzione. Nel centro lavoriamo come una boutique sartoriale di alta moda: pochissimi progetti all’anno, tutti unici e fatti a mano. L’arte da noi non è una decorazione, ma una strategia per progettare l’innovazione e renderci sensibili al cambiamento.