Basilicata, stop alle trivelle nello Jonio
“Voi pronti alla trivellazione, noi alla reazione”. In migliaia sono stati, tra cittadini, studenti ed amministratori comunali e provinciali di ben tre regioni ( Basilicata, Puglia e Calabria), ad esprimere e portare in strada il proprio dissenso contro il possibile arrivo delle trivelle nel Mar Jonio. Una manifestazione, quella svoltasi a Policoro lo scorso 17 dicembre, che ha visto coinvolto un fronte unico e compatto, pronto ad opporsi in maniera ferma e decisa alle indagini delle multinazionali petrolifere ed alla conseguente caccia all’ “oro nero” nei fondali marini del Golfo di Taranto.
Franco Braia, presidente della Sezione Turismo di Confapi Matera, spiega la sua personale opposizione alle trivelle. “Con la presenza di trivelle per l’estrazione del petrolio, i turisti tenderebbero di certo ad escludere la costa jonica dalle mete in cui trascorrere una vacanza estiva. Inoltre, gli investimenti degli imprenditori nelle strutture balneari e nella creazione di porti turistici, già presenti nell’area del Metapontino, risulterebbero necessariamente compromessi”. “Consentire nuove trivellazioni nel mar Jonio – continua Braia – vorrebbe dire annullare di colpo tutti gli investimenti effettuati per migliorare l’offerta turistica; il nostro territorio non può assolutamente correre questo rischio. Credo che trivellare le acque del Mar Jonio sia al contempo inutile, pericoloso e dannoso, per una serie di ragioni di carattere economico e ambientale”.
E’ così quindi: stop alle trivelle. Un dissenso chiaro e deciso. E ad urlando e pretenderlo sono le istituzioni locali, affiancate da semplici cittadini e da rappresentanti della Chiesa. Tutti concordi. Tutti pronti a ribadire il netto rifiuto ad una campagna di ispezioni che avvelena lo Jonio, una delle perle di questa ignota Lucania. Il Mar Jonio non può essere considerato uno strumento di profitto e arricchimento per pochi, a discapito del benessere ambientale. Il Mar Jonio non si tocca. E a ribadirlo è anche il sindaco di Policoro, Rocco Leone, che così commenta la partecipazione attiva della popolazione intervenuta alla manifestazione : “Si tratta di un’adesione di massa, volta ad esprimere ancora una volta il proprio dissenso contro una scellerata scelta di deturpare le nostre incantevoli coste. E la comunità di Policoro è onorata di difendere la jonicità del nostro golfo, dal tacco alla punta dello Stivale”.
Già negli scorsi mesi una serie di iniziative rilevanti si sono tenute lungo l’intera costa Jonica ed hanno visto protagoniste vere e proprie catene umane che, da Policoro, si sono spinte fino alla diga del Pertusillo ed all’intera Val d’Agri. Quest’ultima, in particolare, potrebbe essere destinata a subire una lenta ed inesorabile distruzione ambientale giacché, proporzionalmente al raddoppiarsi delle trivellazioni in territorio lucano (che dai 90.000 passeranno a 180.000 barili/giorno), aumenterà l’inquinamento dell’acqua e dell’aria, già carica di sostanze nocive emesse dalle industrie petrolifere. Tacciato molto spesso d’indifferenza, nonché di mancanza di iniziativa e di orgoglio, il popolo lucano ha quindi nuovamente dimostrato di sapersi opporre alla volontà dei vertici (come aveva fatto nel 2003, quando la regione si era ritrovata nella posizione di unica candidata a deposito nazionale delle scorie radioattive).
Saranno ancora necessarie forti mobilitazioni da parte degli stessi cittadini, affinché ci si possa opporre, in maniera definitiva e vittoriosa, contro quanti sfruttano il territorio per il proprio personale tornaconto.
Non rassegnamoci all’idea di vivere in un sistema che vuole la libera depredazione delle risorse naturali lucane, perforazioni petrolifere più semplici e svendita del petrolio estratto. Riflettiamo sulla serie di gravi problemi che le trivellazioni potrebbero comportare, danneggiando l’economia di una regione che risulta già essere la più povera d’Italia.
Eleonora La Rocca
21 dicembre 2012