Niente domiciliari per Ilaria Salis: resterà in carcere
L’udienza di oggi, presso il Tribunale di Budapest, ha negato i domiciliari all’attivista Ilaria Salis, che perciò rimarrà ancora in carcere.
Il trattamento in aula è stato lo stesso: manette, catene e guinzaglio. Il padre, Roberto Salis, ha parlato di un’ennesima prova di forza di Orban.
Non sono mancate poi le minacce da un gruppo di estremisti, all’arrivo dei legali e amici della detenuta. Parallelamente, si chiede una reazione più incisiva della premier Meloni, giacché la situazione non migliorerà almeno fino alla prossima udienza, che si terrà il 24 maggio.
Ilaria Salis: l’arresto
È passato un anno da quell’11 febbraio 2023, il «Giorno dell’Onore» in Ungheria, che ha portato l’insegnante e attivista antifascista Ilaria Salis all’arresto.
Accusata (senza prove evidenti) di aver aggredito degli estremisti neonazisti che stavano manifestando, è finita in carcere e, da quel momento in poi, ha dovuto subire il trattamento degradante previsto per i terroristi.
È stata condotta in aula con mani e piedi legati, incatenata e trattenuta da un ufficiale con un guinzaglio al polso.
Per non parlare delle condizioni disumane delle celle, infestate da topi, cimici e scarafaggi.
Il caso Salis oggi
La situazione appare attualmente immutata, nonostante le continue proteste di parenti e amici attivisti.
L’insegnante italiana si è infatti presentata all’udienza nelle stesse condizioni, secondo quanto dimostrano le immagini arrivate fino a noi.
Queste sono state diffuse dalla stampa con il consenso della detenuta, dichiarato attraverso una lettera scritta a mano.
Per di più, come dichiara l’avvocato Eugenio Losco, i legali e gli amici di Salis (tra cui anche il fumettista Zerocalcare) sono stati accolti con le minacce, da parte di un gruppo di estremisti.
Ha presenziato anche una delegazione di parlamentari italiani d’opposizione, in segno di solidarietà con la detenuta.
Perché Ilaria rimarrà in carcere
Oggi il Tribunale di Budapest ha negato i domiciliari a Ilaria Salis e le motivazioni sono state tanto dirette quando riduttive.
Come ha affermato il giudice Jozsef Sós, l’attivista viene infatti considerata una terrorista ancora pericolosa, anche per via del rischio di fuga.
Molto semplicemente, la gravità dell’accusa, almeno dal punto di vista ungherese, sommata al fatto che Ilaria sarebbe recidiva, viene considerata una giustificazione sufficiente della custodia cautelare.
Dall’Italia, arrivano diversi commenti e richieste in materia. Il Ministro Tajani ha chiesto l’assoluzione, così come la non politicizzazione del caso, per evitare uno scontro.
Anche Patrick Zaki si è pronunciato in merito, dichiarando il tutto inaccettabile.
Nel frattempo, la leader del PD Elly Schlein ha sottolineato la necessità di una reazione più incisiva da parte della premier Meloni.
Una richiesta a cui si è aggiunto Roberto Salis, padre della detenuta, che ha mosso una profonda critica verso l’evidente immobilismo del governo italiano.