Colloqui Kyïv-Mosca: assenti Trump e Putin

Instabul. Alle 10 ora locale (le 9 italiane) Dolmbahce ospiterà i negoziati tra Kyïv e Mosca. Sono i primi colloqui diretti dal marzo 2022, dopo il fallimento delle trattative precedenti e due anni di guerra. Ad affermarlo è l’agenzia statale russa Tass che ha aggiunto che con grande probabilità i colloqui saranno a porte chiuse. Un evento di cruciale importanza la cui durata dipenderà dai loro progressi. I colloqui potrebbero dunque prolungarsi per diversi giorni. Non saranno però presenti né il presidente russo Vladimir Putin, né il suo omologo Donal Trump.
Il Cremlino ha fatto sapere che la delegazione russa sarà guidata dall’ex ministro della Cultura, Vladimir Medinsky, accompagnato da un viceministro degli Esteri, uno della Difesa e dal generale Igor Kostyukov, direttore dei servizi d’intelligence militare Gru. L’obiettivo di Mosca sembrerebbe essere la resa totale di Kyïv. La scelta di Medinsky come capo della delegazione è il segnale che l’approccio russo ai colloqui non è diplomatico, ma ideologico: che l’Ucraina dovrebbe sottomettersi alla visione storica e politica del Cremlino. Bisognerà capire da che lato si schiererà Trump.
Ieri sera Vladimir Putin ha tenuto un incontro con il team di negoziatori e con tutti i comandanti dei gruppi tattici per definire le modalità dei colloqui. All’incontro erano presenti anche il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il Ministro della Difesa Andrej Belousov, Viktor Zolotov, Capo di Stato Maggiore della Guardia Nazionale russa, il Segretario del Consiglio di Sicurezza Sergej Soigu, il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate russe Valej Gerasimov e il Direttore del Servizio di Sicurezza Federale (FSB) Aleksandr Bortnikov.
Secondo la Cnn la delegazione statunitense sarà composta dal trio Rubio, Witkoff e Kellogg. Trump si trova a Doha per la seconda tappa dei suoi incontri nel Golfo. Non parteciperà di persona, ma non esclude, in caso di sviluppi, di poter raggiungere i colloqui venerdì. Nel frattempo appare ottimista e spera che Mosca accetti di buon grado il cessate il fuoco di 30 giorni a cui Kiev ha già acconsentito.
“C’è molto lavoro da fare. Restiamo impegnati in questo. Ovviamente, come tutti, siamo impazienti, vogliamo che ciò accada, ma è difficile …speriamo che si facciano presto progressi”, ha dichiarato il Segretario di Stato Marco Rubio ad Antalya, in Turchia, prima dell’inizio della riunione dei ministri degli Esteri della Nato.
La controparte ucraina sarà costituita dal capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, il ministro della Difesa Rustem Umerov e il vice ministro degli Esteri Andriy Sybiha. Il presidente Volodymyr Zelensky sarà presente dopo un primo incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ad Ankara. Si terrà alle 13 ora locale (le 12 in italia). Erdoğan non incontrerà le due delegazioni. La Turchia ha già mediato nel 2022 e Ankara sembra giocare un ruolo centrale di equilibrio tra NATO e rapporti con Mosca.
Cosa è cambiato dagli ultimi colloqui?
Russia e Ucraina sono diverse più che mai in questi colloqui a Dolhmance. Il momento diplomatico è differente, l’approccio negoziale anche. Kyïv ha accettato che gli aiuti occidentali sono e saranno limitati, oltre che inferiori in numero a quelli necessari. Il 20% del territorio ucraino, comprese le zone di Zaporizha e di Kherson, sono sotto il dominio russo. Mosca dalla sua parte si è arresa ad una guerra di logoramento dopo che il fallimento del Blitzkrieg sulla capitale nemica ha mostrato che è impossibile ottenere risultati veloci ed efficaci. Nonostante questo continua la sua avanzata che non si è fermata nemmeno con l’invasione ucraina del Kursk nel 2024.
Il percorso di pace è lungo e tortuoso. I primi passi sono stati mossi dall’Ucraina nell’autunno del 2022 con la Formula di Pace, un tentativo di negoziazione che si sarebbe realizzato solo con la sconfitta della Russia, respinta fuori dal Donbass e dalla Crimea. L’accordo è stata abbondato nel 2023 e così anche il successivo – il Piano della Vittoria – avanzato nel 2024. Quest’ultimo è finito nel dimenticatoio con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. Il presidente USA è diventato il nuovo arbitro di un conflitto che va avanti da 3 anni ormai, mentre l’Europa rimane divisa tra l’immobilismo e il sostegno attivo all’Ucraina.
Oggi, guardando a quei primi colloqui diretti – tenutesi sempre a Dolmbahce – gli spazi di manovra si riducono ulteriolmente per Zelensky, mentre aumenta la pazienza nei confronti di Putin, assente, quanto presente a questi incontri. La delegazione che ha scelto è un messaggio chiaro. Di livello più basso rispetto a quella ucraina e statunitense, ma soprattutto grida: “non accettiamo compromessi, temporeggiamo e basta”. Se per il mondo Instabul è un banco di prova dell’effettiva possibilità della pace russo-ucraina, staremo a vedere che pace ci consegneranno, se pace sarà.