Unisci musica, arte e liuteria e avrai Luka Zotti, polistrumentista e cantautore italiano, un Artista con la A maiuscola che crea, sperimenta e studia accuratamente ogni dettaglio grazie ad un miscuglio di arte e manualità per un progetto decisamente interessante.
Da qualche mese è uscito il suo nuovo album “Forgotten Dream”, molto rock e jazz con un sound tipicamente americano.
Ciò che rende originale la carriera di Zotti è la sua passione per l’arte come quella per l’artigianato, da anni produce direttamente le sue chitarre rendendole “strane” ma geniali, tra le creazioni spicca l’ultima “Tree Pad Key Guitar” dove in un unico solo strumento possiamo avere chitarra, tastiera e percussioni, un pezzo unico già invidiato da parecchi musicisti.
Ma non basta, nei suoi brani mescola anche suoni di tutti i giorni come carillion, giocattoli, spade laser e ogni cosa riesca a produrre un suono.
Tutti elementi che non fanno pensare ad un live come gli altri, infatti da novembre è partito il Sofà Tour, in pieno stile degli Home Concert americani, Luca suonerà nella case di chi lo vorrà ospitare per un concerto a tu per tu con il pubblico.
Si è esibito in numerosi e rinomati festival e locali in Italia ed Europa, tra cui il MEI di Faenza, e ha alle spalle diversi tour in Italia, Svizzera tedesca, Scozia, Spagna e Irlanda.
Il progetto è decisamente interessante, per questo abbiamo deciso di intervistare Luka per farci raccontare qualcosa in più!
Ciao Luka, il tuo percorso è a 360° tra musica, arte e liuteria, quando inizi ad avvicinarti a tutto questo?
Ho iniziato già da piccolo con mio padre che costruiva (e costruisce) oggetti in legno ed io guardando ho imparato, poi a 14 anni ho imparato a suonare la chitarra e il basso, a 19 è arrivato l’amore per la pittura mentre portavo avanti l’artigianato, così ad un certo punto ho unito tutte questi elementi.
Fin dagli anni 90′ calchi palchi internazionali con gruppi rock, folk, funky e jazz, oggi che hai intrapreso la carriera da solista con quale genere ti descriveresti?
Rock d’ambiente, folk con un pizzico di psichedelia. Con questi generi mi sento me stesso e risuonano molto di più in me rispetto ad altri, anche se amo tutta la mia musica, ho suonato tantissimi generi dalla musica classica al jazz però tutti noi abbiamo un artista, un album o un genere che ogni volta che lo ascoltiamo ci apre il cuore, vuol dire che entriamo in risonanza con quella cosa, nel mio caso appunto è tra il folk americano e il rock d’ambiente, ti faccio due nomi: Pink Floyd e Neil Young.
In un panorama musicale sempre più alla ricerca della novità, sei anche un liutaio e produci direttamente i tuoi strumenti, cosa ti ha spinto a diventarlo?
Ciò che mi ha spinto ad iniziare a costruire i miei strumenti era che ogni volta che avevo in mano degli strumenti belli, professionali, sentivo il bisogno di doverli cambiare e adattarli alla mie esigenze.
Da questo mio pensiero, è nata poi la Tree Pad Key Guitar, per l’esigenza di avere tastiera, chitarra e percussioni tutti in un unico strumento. Mi capitava di andare a fare concerti ed essere molto scomodo tra gli strumenti messi ovunque e cavi ingombranti.
Ciò che crei non sono delle semplici chitarre, ma delle vere e proprie innovazioni, come la Tree Pad Key Guitar che incorpora chitarra, tastiera, percussioni e multieffetto, da dove nascono queste tue follie artistiche?
Mi lascio andare, cerco di ascoltare, penso che le idee siano nell’aria e se sei recettivo arrivano da sole, nel caso degli strumenti ho la fortuna di avere una buona manualità da sempre, ma non basta avere solo la tecnica, serve solo da supporto all’ispirazione, i grandi artisti riescono a fare ciò che fanno perchè hanno la parte razionale ed emotiva molto ben bilanciate ma solo con la tecnica, anche musicalmente, non si può creare una cosa innovativa, ci deve essere un bilanciamento.
Non utilizzi solo strumenti ma anche oggetti di “tutti i giorni” come carillon, giocattoli e spade laser! Insomma, la musica si può fare con qualsiasi cosa allora…
Assolutamente! ogni oggetto che si percuote ha un suono e si può sfruttare, io li uso facendoli entrare nella chitarra, modulandoli e sovrapponendoli si possono creare delle ambientazioni sonore molto suggestive.
E’ stato sempre un istinto naturale che ho avuto, per esempio i pick up delle chitarre sono anche dei microfoni quindi amplificano non solo la corda ma qualsiasi cosa tu gli poni davanti, con il tempo è partita tutta la ricerca e sono arrivato ad utilizzare tantissimi altri oggetti.
Possiamo definirti un artigiano della musica!
Si, mi piace molto questo nome! La mia musica è decisamente artigianale, soprattutto nella creazione e l’arrangiamento dei brani, cerco sempre di non fare cose banali o scontate, per rinnovarmi un po’!
Che vantaggi ha un musicista a suonare con degli strumenti ad hoc?
Prima di tutto ha uno strumento unico che solo lui ha, tutti gli strumenti che io creo per gli altri sono tutti pezzi unici, questa è una delle cose più importanti.
Poi risponde perfettamente alle necessità dell’artista, questo gli permette di esprimersi al meglio attraverso lo strumento.
Il tuo ultimo album ha come tema quello della guarigione della mente, del corpo e del cuore, secondo il viaggio dei tuoi brani come è possibile raggiungerla?
C’è un solo modo, o meglio, tanti modi ma la chiave è sempre essere se stessi, lavorare internamente per percorrere la propria strada, sentimenti come la tristezza o il malessere sono dovuti al fatto che facciamo ciò che non ci piace, ci affidiamo alla razionalità e prendiamo strade che non sono le nostre, ognuno di noi è un essere unico e ha la sua strada da percorrere, facendo questo entri nel flusso e tutto diventa automatico.
E’ partito il tuo Sofà Tour, una tournè all’interno di salotti e case di tutta Italia, in che modo sarà strutturato? cosa troveremo? E’ sicuramente un’idea molto originale.
Abbiamo già avuto delle date a novembre all’estero e ora stiamo facendo l’Italia, si struttura con una prima fase in cui la persona interessata a mettere a disposizione la propria casa alla musica e all’arte ci contatta attraverso il mio sito e iniziamo ad organizzare il concerto in base allo spazio e il numero di persone che possono assistere, c’è un biglietto d’entrata ma spesso si cena anche insieme così da avere maggiore interazione tra artista e pubblico, questo è importante perchè ognuno di noi ha qualcosa di magico dentro, l’ascoltatore è molto importante e se non ci fosse il musicista non lavorerebbe!
Hai una visione delle musica veramente completa, quali sono le esigenze di un musicista al giorno d’oggi?
Le persone con cui ho sempre collaborato, sapevano con che “elemento” avrebbe avuto a che fare quindi ci trovavamo sulla stessa lunghezza d’onda. Oggi i polistrumentisti sono molto aperti e amano molto il suono naturale dello strumento, non troppo modificato, poi chiaramente c’è anche chi ama invece queste cose, io sono orientato verso il suono della chitarra anni 70′ e non sono l’unico, piano piano sembra esserci un ritorno a questo, chiaramente parlo dai trent’anni in su perchè la maggior parte dei giovani che “suonano” fanno il dj ed è un po’ diverso da suonare, questo è un peccato, non è un momento positivo ma dobbiamo essere positivi noi, dopotutto il mondo rispecchia quello che noi siamo e creiamo!
Trovate tutte info su Luka Zotti e il suo Sofà Tour su www.lukazotti.com
Marco Rimmaudo
20 dicembre 2014