L’Europa “cattiva”, i condizionatori e il caldo che dà alla testa
La cattiva informazione genera mostri. Non sarà la prima e non sarà l’ultima. Questa volta, ad essere una vera e propria bufala è stata la fantomatica “tassa sui condizionatori”, notizia rimbalzata sulla rete negli ultimi giorni. Sdegno e rabbia lievitano sui social network, imprecazioni contro “l’europa cattiva” e il “governo ladro” non mancano, famiglie già colpite dalla crisi in preda al panico per l’ennesima stangata, attonite in attesa di una qualche smentita.
Salvini, un cattivo surfista. Sdegno e rabbia alimentati anche da una parte del mondo politico. Certo, se cavalchi l’onda è non sei un buon surfista, prima o poi rischi di cadere, ed è proprio quello che è successo al parlamentare Matteo Salvini. Il leader della Lega aveva tuonato dal suo twitter: “Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la tassa sui condizionatori”: 200 euro in più a famiglia. Ovviamente la Lega si opporrà! #Salvini. Stando alla cronaca dei fatti e facendo un salto indietro, la norma di cui parla Salvini fu introdotta due anni fa, quando c’era il Governo Monti, con la lega all’opposizione, mentre è addirittura nel 2005, con il governo Berlusconi e la lega tra gli scranni della maggioranza, che compare il primo libretto per il bollo sui climatizzatori (lo stesso con cui il segretario della Lega se la prende oggi). Evidentemente in quel momento Salvini era distratto, forse alle prese con l’installazione di un comodo condizionatore? Chissà.
Un po’ di chiarezza. La smentita è poi arrivata. La tassa a cui fa riferimento Salvini riguarda solamente i sistemi di climatizzazione che superano i 12 kw, per raffreddare cioè ambienti di circa 160 metri quadrati. Esonerati i locali adibiti ad appartamenti con grandezze medie, tra i 15 e i 40 metri quadri circa, dove basta di solito un condizionatore dalla potenza di 2-3,5 Kw per rinfrescare l’ambiente; quindi niente tassa sui condizionatori domestici, gli italiani possono tornare a godersi la tintarella. Ad accertarlo anche dday.it, dove – in un articolo di chiarimenti tecnici si afferma che: “La direttiva EU non è affatto pensata per i condizionatori familiari, ma solo per sistemi di climatizzazione con potenza nominale minima di 12 KWatt, ovvero l’equivalente di 43000 BTU. Giusto per dare un’idea, stiamo parlando di unità abitative con più di 5 unità di raffreddamento e almeno 150 mq da raffreddare”.
Abbaglio da insolazione. Il caldo dà alla testa – è proprio il caso di dirlo – anche per le associazioni dei consumatori, i primi a lanciare l’allarme della nuova ipotetica tassa, senza però informarsi a fondo. Preoccupati per la mini-stangata su un mercato che fattura in Italia circa un miliardo l’anno, la Federconsumatori e Adusbef hanno prima ricordato che da ottobre sono scattate le nuove regole previste dalla direttiva europea sulle emissioni di anidride carbonica e che prevedono appunto una tassa sull’aria condizionata, stimando così l’aggravio in circa 200 euro a famiglia (tra costi diretti per chi ha una casa “enorme” da raffreddare e costi indiretti, cioè quelli che, ad esempio, un ristorante che la paga poi inevitabilmente scarica sulla clientela). “Sono arrivati a tassare anche l’aria”, hanno affermato, “la direttiva obbliga i proprietari a possedere un libretto di impianto (oltre i 12 kW, mentre in case medie si arriva normalmente a 2-2,5 kW), oltre a introdurre controlli dei condizionatori ogni quattro anni”. Previste multe salate per chi non è in regola: dai 500 ai 3mila euro. Per il rilascio del libretto e del primo bollino per i condizionatori, Federconsumatori e Adusbef hanno poi stimato una spesa di 180-220 euro, che salgono a circa 300 se i condizionatori in casa sono più di uno.
I conti con la realtà. Di parere diverso la Cna impianti di Bologna. “Non è assolutamente una tassa, ma solo il recepimento di una direttiva Ue”, spiega Davide Bonori, referente Cna che aggiunge “siamo d’accordo sia con il libretto, che viene redatto dal responsabile dell’impianto, sia con i controlli di efficienza energetica”. Sono i conti delle associazioni dei consumatori, per Bonori, a non tornare: “Le cifre che vengono riportate mi sembrano spropositate. Trecento euro di spesa? Assolutamente eccessivo”. Per i cittadini, in ogni caso, si parla di esborsi aggiuntivi: “Servono per evitare quei black out che fanno infuriare i cittadini stessi. E comunque i controlli sono obbligatori per gli impianti sopra i 12 kW, parliamo di installazioni di una certa dimensione. Non condizionatori di una casa normale, per intenderci”.
Il parere del ministero stipula la pace. A scendere in campo anche il Ministero dello Sviluppo economico che nella serata di ieri, ha smentito la nuova tassa sui condizionatori, che per altro consiste in realtà in un obbligo di mantenere un libretto per la manutenzione delle macchine, introdotto al fine di adeguarsi a direttive europee che in realtà sono in vigore da oltre dieci anni, ma per lungaggini italiane sono entrate in vigore con ritardo
I costi ambientali e i vantaggi dell’efficienza energetica. Sul fronte dei costi ambientali dovuti ai grandi impianti, il Ministero ha poi aggiunto: “Impianti di maggior potenza istallati presso gli esercizi commerciali, a fronte della spesa per la corretta manutenzione, hanno importanti vantaggi. Infatti, oltre a garantire la sicurezza, la riduzione dei consumi per il miglioramento dell’efficienza comporta una riduzione della spesa per la bolletta energetica”. Sul fronte degli incentivi dovuti all’efficienza energetica, sono a disposizione dei cittadini e delle imprese diversi strumenti di agevolazione. Il cosiddetto Ecobonus garantisce la detrazione fiscale del 65% delle spese sostenute per la sostituzione di condizionatori con impianti più efficienti. Inoltre, le detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia, consentono di detrarre il 50% della spesa per l’acquisto di nuovi impianti. Un ulteriore strumento particolarmente adatto alle imprese che intendono sostituire gli impianti di condizionamento con altri più efficienti è il cosiddetto “Conto termico” che mette a disposizione incentivi per gli impianti a fonti rinnovabili”. Alla base di queste prescrizioni per il miglioramento dell’efficienza energetica dei condizionatori vi è l’idea di tutelare l’ecosistema, provando a favorire risparmio economico e allo stesso tempo, competitività e innovazione. Non si scopre l’acqua calda, anche se per i molti “poco-informati” potrebbe esser così.
Rosario Russo
24 luglio 2015