Dopo aver toccato l’apice nel 2014, il tasso di disoccupazione finalmente inizia a scendere per il secondo mese consecutivo: dal 12,7% di dicembre, nel primo mese del 2015 la disoccupazione ha raggiunto il 12,6%. Anche per quanto riguarda la disoccupazione giovanile (fascia di età tra i 15 e i 24 anni), il tasso è sceso dal 41,4% al 41,2%.
Nonostante i pessimi dati ISTAT che hanno caratterizzato l’intero andamento del 2014 e che lo hanno collocato in “pole position” dal 1977, in cui la disoccupazione era salita di 2,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente, le prime settimane del 2015 sembrano accennare qualche fioca speranza sia per chi purtroppo è rimasto a casa con una famiglia sulla spalle, sia per chi dopo anni di studio non ha trovato occupazioni.
A scapito del Meridione, il tasso di disoccupazione scende però solo nelle regioni del Centro e del Nord Italia, lasciando comunque migliaia di meridionali a casa. Nelle terre del Sud, infatti, il tasso di disoccupazione continua, purtroppo, a salire dello 0,2% con il trascorrere dei mesi.
Caute le reazioni dei politici che, cercando di frenare l’entusiasmo, hanno commentato i dati sui social o rilasciando qualche intervista.
“In un paese caratterizzato da una strutturale bassa occupazione, dà particolare ottimismo che il tasso di occupazione sia anche esso in crescita. -dichiara Filippo Taddei, responsabile economia e lavoro dl Pd- Di fronte ai primi veri segnali di crescita rimane sulla politica l’obbligo di consolidarli mantenendo la prospettiva delle riforme.” Anche il ministro del Lavoro Poletti ha parlato di “risultato incoraggiante dopo diversi anni di caduta dell’occupazione, che, insieme ai segnali positivi di crescita della produzione industriale e della fiducia di imprese e consumatori, fa intravedere la possibilità di un 2015 migliore per l’occupazione e l’economia, con un quadro di maggiore stabilità in grado di favorire gli investimenti delle imprese”.
Mirko Olivieri
3 marzo 2015