Paraplegia: si può guarire

di Cristina Caruso
Rob Summers, 23 anni una promessa del baseball, viene travolto da un’auto nel 2006. La sua diagnosi dopo il trauma: paraplegia (paralisi) dal torace in giù. È stato costretto a rimanere su una sedia a rotelle, fino a quando un gruppo di ricercatori delle Università di Lousville e Los Angeles ha sviluppato una nuova tecnica per permettere a questi pazienti di recuperare, almeno in parte, il controllo della motilità.
La notizia è stata pubblicata il 20 maggio sulla nota rivista scientifica The Lancet.
Era già noto, in modelli animali con lesioni della colonna, che ripetute stimolazioni del midollo spinale e l’allenamento fisico favoriscono la ripresa della capacità di regolare i movimenti. Gli studiosi hanno ipotizzato che ciò potesse accadere anche nell’uomo. In individui ancora in grado di fornire input per il controllo sulle funzioni motorie, la stimolazione del midollo spinale poteva modulare i circuiti neuronali, anche se non spontaneamente. Il paziente in questione presentava una sublussazione a livello C7 – T1, cui ha fatto seguito la perdita totale della motilità volontaria e una parziale conservazione della sensibilità al di sotto del segmento T1. Dopo 170 sessioni di duro allenamento fisico, della durata complessiva di circa 26 mesi, nel dicembre 2009, sono stati posizionati 16 elettrodi a livello della dura madre (L1 – S1), per fornire impulsi elettrici ai neuroni midollari. Ogni seduta aveva la durata di 250 minuti. Si sono alternate diverse combinazioni di stimoli, oltre che aggiustamenti continui dei parametri, allo scopo di favorire la deambulazione del paziente. I risultati sono stati molto incoraggianti. La stimolazione epidurale ha permesso al paziente di riuscire a mantenere una posizione eretta, con l’aiuto di un assistente, dai 4 ai 25 minuti. Il raggiungimento di questo traguardo è possibile a condizione che il paziente conservi, almeno parzialmente, la funzionalità sensoriale bilaterale. Sette mesi dopo l’installazione del dispositivo, il paziente ha ripreso il controllo di alcuni movimenti degli arti inferiori, ma solo durante la stimolazione epidurale.
“Abbiamo scoperto che i neuroni midollari fanno le stesse cose di quelli del cervello” è quanto afferma la ricercatrice Susan Harkema, coinvolta nello studio.
In conclusione, allenamenti mirati associati alla stimolazione epidurale rappresentano una straordinaria prospettiva per tutti quei milioni di pazienti che, ogni anno, restano paralizzati dopo un trauma o un’infezione midollare.
Fonte:http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(11)60547-3/fulltext#article_upsell