Giostra, quando la ripetitività si incrina
Campo Teatrale a Milano presenta dal 30 novembre al 2 dicembre 2022, in prima nazionale Giostra, progetto vincitore del concorso testinscena® 2022, organizzato dalla Fondazione Claudia Lombardi per il teatro e patrocinato da LuganoInScena.
La Fondazione non produce né co-produce spettacoli, ma attraverso il bando testinscena®, creato nel 2017, dà visibilità a progetti originali di nuova drammaturgia in lingua italiana di giovani compagnie teatrali indipendenti e/o emergenti della Svizzera italiana e della Lombardia.
Oltre ad un premio in denaro, offre poi diverse opportunità di distribuzione e affiancamento.
Per Giostra, nato dalla penna di Michele Ruol, con la regia di Gerardo Benedetti, il tutoraggio è stato di Simona Gonnella.
Lo spettacolo è incentrato su un rapporto asfittico di una giovane coppia e sulle conseguenze che simili relazioni possono avere.
Giostra: il titolo racchiude in sé i diversi significati del termine.
La giostra è infatti la struttura girevole variamente attrezzata per il divertimento dei bambini, i quali, nella circolare ripetitività del suo andamento provano sicurezza. Anticamente però era un duello tra cavalieri che cercavano di sbalzarsi da cavallo a colpi di lancia. Alcuni dizionari poi, danno anche un terzo significato: movimento vorticoso, spesso confuso.
E tre sembrano anche le fasi dello spettacolo pensato come atto unico. C’è la ripetizione, il duello, e la ridda finale di sentimenti quando le identità dei personaggi si frantumano.
La scena è disseminata da pacchetti regalo gli uni uguali agli altri. Sono quelli che l’apparente attento marito porta dai frequenti viaggi di lavoro alla accudente moglie che ad ogni suo ritorno prepara per lui una parmigiana.
Si ride vedendo la ripetizione degli stessi gesti dei bravi attori, che rimanda a giri di Giostra dove, una volta saliti, non si guida né si è guidati.
Dunque vediamo più volte il marito che viaggia molto, tornare a casa con lo stesso pacchetto, spesso con lo stesso profumo, mentre la moglie lo aspetta cucinandogli lo stesso piatto.
I figli, il futuro, non compaiono mai in scena. A comparire è invece, ad un certo punto, la giovane amante di lui, conosciuta durante un viaggio di lavoro.
La ripetitività si incrina e lascia spazio ad un “duello” anche se apparentemente pacato.
L’incontro con la donna è annunciato, visto che la coppia in questione sta insieme negandosi qualsiasi possibilità di evoluzione.
La ripetitività dei loro gesti, della loro quotidianità, ha spento i sogni e le aspettative per assicurarsi il controllo sull’andamento della relazione stessa. Alla base c’è quel cambiamento creativo ed evolutivo che si sono negati anni prima. Lui voleva infatti diventare ingegnere, ma per la nascita incidentale del figlio si era dovuto mettere a lavorare abbandonando i suoi sogni; lei, per la morte improvvisa di sua mamma, si era appoggiata a lui come un bimbo ad un genitore.
La ripetizione degli schemi relazionali, seppur frustrante, preserva la coesione identitaria. Che va in frantumi con l’ingresso dell’amante.
Malgrado le risate che Gerardo Benedetti, Monica Buzoianu e Francesca Santamaria Amato ci fanno fare, complice anche un armadio, tradizionale nascondiglio per amanti e scheletri, la pièce ha un fondo amaro che sarebbe interessante evidenziare maggiormente.
Giostra
di Michele Ruol
con Gerardo Benedetti, Monica Buzoianu e Francesca Santamaria Amato
scene Greta Gasparini
elaborazioni sonore Fabrizio Calfapietra
regia Gerardo Benedetti
tutor Simona Gonella
produzione Agemò Teatro
con il sostegno della Fondazione Claudia Lombardi per il Teatro e Campo Teatrale