Esplodono due autobombe a Homs, Siria: strage di bambini
SIRIA — L’Osservatorio siriano per i diritti umani e l’agenzia Sana hanno riportato la notizia di un doppio attentato che ha colpito Homs. Due autobombe, a quanto riferito azionate da terroristi suicidi, sono esplose nel sobborgo di Akrameh, quartiere della città siriana abitato prevalentemente da alawiti, una branca dello sciismo fedele al governo a cui appartiene lo stesso dittatore siriano Bashar al-Assad. A maggio la città era tornata sotto il controllo governativo, dopo due anni di duri combattimenti, grazie ad un accordo tra esercito e ribelli che aveva consentito il rientro dei residenti nelle proprie case. Il tragico bilancio è di ventisette morti, in maggioranza bambini, e almeno settantasei feriti. Le due auto erano posizionate nelle vicinanze della scuola Akrameh al-Makhzumie e dell’ospedale Zaim. La notizia è stata confermata dal corrispondente della tv libanese Al Manar, del partito sciita Hezbollah.
Purtroppo anche questi bambini uccisi dai kamikaze sono vittime dell’avanzata dello Stato Islamico e della guerra in corso per contrastarlo.
Nella notte sono avvenuti scontri tra miliziani curdi e jihadisti dell’IS, questi ultimi ormai a ridosso di una città strategica nel nord della Siria. Il bilancio è di almeno dieci morti. Nove combattenti curdi del YPG (Unità di Difesa del Popolo) e un militante dell’IS sono invece morti negli scontri in corso nei pressi di Ayn al Arab (Kobane per i curdi), al confine con la Turchia. I jihadisti sono ormai a pochi chilometri da Kobane, come riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Di ieri la notizia dell’esecuzione per decapitazione di quattro curdi, tra cui tre donne, catturati durante i combattimenti.
La Turchia ormai è pronta ad inviare l’esercito. Il governo di Ankara domani chiederà il mandato al Parlamento per poter così avere l’autorizzazione per combattere contro l’IS in Iraq e Siria, aprendo le basi turche anche alle truppe straniere. Queste le parole del vice premier Bulent Arinc: «La mozione che stiamo per inviare al Parlamento sarà ampia e riguarderà le minacce di oggi e di domani». Lo stesso presidente turco, Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che «la Turchia non può rimanere in silenzio di fronte alla seria crisi nella regione», dicendosi «pronti a qualsiasi tipo di cooperazione per combattere il terrorismo», sottolineando però che uno degli obiettivi principali è la rimozione del regime di Bashar al-Assad e il mantenimento dell’integrità territoriale siriana. Intanto continua la fuga dei profughi siriani verso la Turchia che «pianifica di creare una zona cuscinetto lungo il confine siriano». Pur preferendo che fosse la Coalizione a stabilire la zona, la Turchia si dice «pronta a procedere».
Paola Mattavelli
1 ottobre 2014