Stati Uniti: 5 milioni di clandestini regolarizzati
Barack Obama ha annunciato di aver regolarizzato provvisoriamente cinque milioni di clandestini. Tuttavia, la situazione è destinata a peggiorare: i repubblicani hanno promesso di combattere questa decisione al Congresso, dove hanno la maggioranza.
Washington – Un sistema “più giusto ed equo”, questo è quanto augura il Presidente americano per i clandestini. Aveva promesso di prendere l’iniziativa di fronte all’immobilismo del Congresso: Barack Obama ha dunque offerto un ordinamento provvisorio a cinque milioni di clandestini su un totale di 11 milioni di abitanti negli Stati Uniti sotto la minaccia di un’espulsione dal paese.
“Un’amnistia di massa sarebbe ingiusta. Delle espulsioni di massa sarebbero impossibili e contrarie al nostro carattere”, ha spiegato il 44° Presidente americano durante una conferenza dalla Casa Bianca, promettendo un sistema “più giusto ed equo”.
Obama chiede una legge sull’immigrazione
Contrari a quelle che giudicano come scelte anticostituzionali, i suoi avverarsi repubblicani hanno immediatamente promesso di combattere al Congresso contro questo provvedimento. “Non è così che funziona la nostra democrazia”, ha sentenziato John Boehner, Presidente del Congresso. “Il Presidente ha detto che non era né un re, né un imperatore ma si comporta come se lo fosse”. Obama, ha replicato indirettamente alle accuse repubblicane dichiarando: “Ho solo una risposta: votate una legge!”. Indirizzandosi ai suoi detrattori ha assicurato che le sue decisioni si fondano su base solidissime e legali e che fanno parte di una linea già intrapresa dai suoi predecessori, sia repubblicani, sia democratici.
Permesso di lavoro per tre anni
A partire dalla prossima primavera, qualsiasi clandestino che vive da più di cinque anni negli Stati Uniti o titolare di uno status di residente permanente, potrà richiedere un permesso di lavoro di tre anni. “Non è né una garanzia di cittadinanza, né un diritto a restare qui in maniera permanente”, ha ricordato il Presidente.
La tempesta politica che quest’annuncio ha inevitabilmente scatenato si annuncia come un ulteriore irrigidimento tra la Casa Bianca e il Congresso. Per il senatore del Kentucky Mitch Mc Connell, che diventerà a gennaio l’uomo forte del Senato, la débacle di Obama alle elezioni di mid terms è la testimonianza di un calo popolare del Presidente.
Con la maggioranza alla Camera dei rappresentanti come al Senato, i repubblicani non possono bloccare un decreto presidenziale, ma dispongono di numerose armi per rendere gli ultimi due anni di Obama alla Casa Bianca certamente complicati. Alcuni eletti, tra i quali il senatore texano Ted Cruz, oltre che possibile candidato alla sua successione, sprona per rallentare il lavoro dell’esecutivo. Questo personaggio molto vicino al Tea Party è comunque lontano dal riuscire nel proprio intento.
“Siamo e saremo sempre una nazione di immigranti”, ha concluso Obama che si recherà venerdì a Las Vegas per spiegare il suo stato attuale. Secondo le cifre fornite da un sondaggio della NBC/Wall Street Journal, il 48% degli Americani disapprova questa decisione, mentre il 38% si schiera per la decisione opposta.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
21 Novembre 2014