Cina: 1 tonnellata di pesci morti nel fiume Fuhe
Le preoccupazioni dei cittadini e le loro proteste contro le industrie chimiche
Un altro schiaffo alla natura e agli ambientalisti. L’ennesimo disastro ecologico si è verificato lunedì in Cina, dove una tonnellata di pesce morto è stato recuperato in un tratto di 40 km di un fiume inquinato.
La notizia giunge dalla stampa locale, dopo aver fatto il giro dei social network ed aver suscitato l’indignazione della collettività: secondo le fonti governative, sarebbe stata una elevata quantità di ammoniaca versata dalle industrie chimiche del luogo a causare questo dramma ecologico.
Il Fuhe, questo è il nome del corso d’acqua dove è stata scoperta la moria di pesci, si trova a Wuhan e garantisce la sopravvivenza di numerosi villaggi, tra questi quello di Huanghualao: i suoi 2000 abitanti, che vivono esclusivamente di pesca, hanno espresso la loro preoccupazione e la loro rabbia dopo aver appreso la notizia.
Secondo le prime analisi inviate all’archivio di scienza e tecnologia dell’Hubei, la concentrazione di ammoniaca è pari a 196 grammi per un litro e il dipartimento provinciale per l’ambiente ha affermato che questi valori sono nettamente superiori a quelli stabiliti dalla normativa nazionale, ordinando alla società responsabile del disastro di sospendere le sue attività e di accertare i livelli di inquinamento prodotto, livelli considerati allarmanti.
Questo caso si aggiunge alla lista delle distruzioni ecologiche che la natura cinese è costretta a guardare impotente. Nel mese di marzo di quest’anno nel fiume Hangpu di Shangai erano state recuperate 12 mila carcasse di maiali e gli accertamenti sanitari non avevano riscontrato nessun virus, confermando la salubrità dell’acqua.
La protesta si è già estesa, il popolo di internet si è mobilitato per difendere la natura e la propria salute, saturando i blog di richieste di sanzioni contro i responsabili di questa catastrofe.
di Benedetta Cucchiara
5 settembre 2013