Firmato l’accordo Italia-Svizzera in materia fiscale
Dopo tre anni di lavori, diventa effettivo l’accordo tra Italia e Svizzera in materia fiscale. La Confederazione elvetica esce dall’elenco dei paesi appartenenti alla black list consentendo ai contribuenti italiani che intendono avvalersi della voluntary disclosure di usufruire di condizioni migliori in termini di anni da sanare e di oneri da sostenere. A siglare l’accordo il ministro Pier Carlo Padoan e il consigliere federale Widmer Schulumps. Il ministro dell’Economia ha annunciato altresì che il 26 febbraio prossimo l’Italia firmerà un accordo in materia fiscale anche con il Liechtenstein.
Con la firma di questa intesa, in sostanza, si dice addio al segreto bancario grazie allo scambio di informazioni. L’accordo, infatti, permette “immediatamente” alle autorità italiane di individuare potenziali evasori che detengono patrimoni in Svizzera e, secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, tale situazione sarà quindi di stimolo al rientro con la voluntary disclosure.
”In un’ottica di lungo termine l’accordo con la Svizzera porterà grandi benefici per le finanze pubbliche”, commenta Padoan, il quale scherza poi sui possibili ricavi che potrebbero derivare dall’accordo: ”A bilancio questo accordo è postato un euro ma azzardo una previsione, sarà più di un euro. Mi fermo qui non vado oltre”.
Il ministro dell’Economia Padoan, inoltre, è intervenuto anche sui conti dell’Italia e del prossimo ‘test’ europeo: “Noi abbiamo fatto i compiti a casa con molta fatica ma con buoni risultati: l’Italia affronta un esame molto duro, ma il fatto che si guardi anche ai numeri futuri mi rende moderatamente ottimista”.
Esprime la sua soddisfazione per la firma dell’accordo anche il premier Matteo Renzi, che su twitter così commenta: “Oggi è stato siglato l’accordo con la Svizzera sul segreto bancario: miliardi di euro che ritornano allo Stato #lavoltabuona #comepromesso”
Dall’intesa, infatti, lo Stato spera di incassare un altro tesoretto con cui favorire la crescita e ridurre il debito pubblico: lo stock dei capitali italiani detenuti all’estero, non denunciati o solo parzialmente conosciuti, è pari a circa 150 miliardi, di cui l’80% circa è proprio in Svizzera. Se il 20% aderisse all’operazione di rientro dei capitali, le casse dello Stato potrebbero essere rimpinguate con 6,5 miliardi di euro.
Giuseppe Ferrara
24 febbraio 2015