L’industriale Guido Ghisolfi si è tolto la vita con un’arma da fuoco
CARBONARA SCRIVIA – L’industriale torinese Guido Ghisolfi si è tolto la vita sparandosi con un colpo di arma da fuoco, probabilmente un fucile. L’uomo, 58 anni, era vicepresidente della multinazionale Mossi&Ghisolfi, seconda azienda italiana nella chimica. Secondo gli investigatori, non vi è dubbio che si tratti di suicidio. Il corpo è stato rinvenuto sull’auto di proprietà, in una strada collinare alla periferia di Carbonara Scrivia nell’Alessandrino.
Ghisolfi si era allontanato in mattinata a bordo del suo veicolo senza però fare rientro a casa, dove i familiari lo stavano aspettando per il pranzo. Insospettiti dall’insolito ritardo, i parenti hanno dato l’allarme. Dopo alcune ore, le unità impiegate nella ricerca hanno ritrovato l’imprenditore, ormai privo di vita. Secondo diverse fonti, Ghisolfi avrebbe compiuto il gesto senza lasciare un ultimo messaggio, un perché che spiegasse le ragioni di questa scelta estrema.
Al ricevimento della notizia, Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte ha commentato: “Ho perso prima di tutto un amico, l’Italia e il Piemonte perdono un grande imprenditore, un grande innovatore, un uomo di grandissima passione civile”.
Il Gruppo Mossi&Ghisolfi nasce nel ’53 da Vittorio Ghisolfi, i cui due figli – Guido e Vittorio – sono rispettivamente vicepresidente e amministratore delegato dell’azienda; una multinazionale (sede a Tortona) che opera nel campo della chimica sia in Italia che con stabilimenti e poli di ricerca in Brasile, Messico e Stati Uniti, con un fatturato annuo di 3 miliardi di dollari, 2.300 dipendenti e oltre 120 ricercatori, e si posiziona come seconda azienda chimica in Italia.
Il Gruppo Mossi & Ghisolfi è leader globale, per capacità produttiva e innovazione tecnologica, nel settore del polietilene tereftalato, o Pet, il materiale plastico utilizzato principalmente per produrre contenitori per cibi e bevande. Ghisolfi, all’interno del gruppo di famiglia, si occupava anche di energie alternative.
Davide Lazzini
3 marzo 2015