Schettino, oggi la richiesta di condanna da parte dei giudici
GROSSETO – Oggi i magistrati impegnati nel processo sulla Costa Concordia produrranno la richiesta di condanna per l’ex comandante Francesco Schettino. Il sostituto procuratore Maria Navarro concluderà la propria parte di arringa, avanzando le proprie richieste all’organo giurisdizionale e indicando il numero degli anni a cui l’imputato dovrebbe essere condannato.
Sono diverse le ipotesi riguardo alla richiesta di pena; i magistrati non si sono espressi ma, secondo alcune previsioni, potrebbero essere chiesti circa 20 anni di carcere.
Oggi verrà dunque portata a termine la requisitoria dell’accusa, già passata dall’articolata ricostruzione dell’ultimo viaggio della Concordia da Civitavecchia fino all’abbandono della nave all’isola del Giglio. Durante il processo, il comportamento tenuto a bordo dal comandante è stato vagliato con attenzione dal pm Alessandro Leopizzi, che ha descritto Schettino come una persona abituata alla menzogna, che nell’emergenza è apparsa “come un pugile suonato”, messo all’angolo dagli eventi, dalla bramosia di mostrare le proprie arti marinaresche e dall’incapacità di reagire.
“I 32 morti – ha precisato il magistrato – sono morti a causa della gestione vigliacca dell’emergenza, non per la collisione”. Parole dure quelle della procura, che lasciano ben poco spazio all’immaginazione su chi sia il principale responsabile del tragico naufragio.
A suffragare le tesi portate avanti dall’impianto accusatorio, c’è il video mostrato dalla procura in cui si vede il corpicino della piccola Dayana abbracciato a quello del padre Williams, nel pozzo creatosi al ponte 4, vicino l’internet Café. Un momento struggente, concluso dall’intervento del giudice Giovanni Puliatti: “Basta così”. Qualcuno, data la crudezza della scena, si è domandato se fosse stato proprio necessario mostrare le immagini del ritrovamento dei corpi da parte dei sommozzatori. Di certo c’è che occorre capire fino in fondo come quelle persone siano morte e soprattutto comprendere se avrebbero potuto in qualche modo salvarsi.
Al termine della requisitoria inizierà subito la fase delle arringhe. La parola passerà quindi ai legali delle parti civili e poi al responsabile civile. Si andrà avanti fino al termine, senza ulteriori indugi. Conclusa questa fase, il processo riprenderà il 5 e il 6 febbraio con la parola alla difesa. La sentenza del Collegio, invece, arriverà dopo il 10 febbraio.
Davide Lazzini
26 gennaio 2015