Delitto di Garlasco: Alberto Stasi condannato a sedici anni di carcere
MILANO — Questo pomeriggio Alberto Stasi è stato dichiarato colpevole di omicidio volontario e condannato a sedici anni, senza l’aggravante della crudeltà che avrebbe allungato la pena a trent’anni. Colpevole dopo sette anni e quattro gradi di giudizio, unico imputato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. La Corte d’Assise d’appello di Milano ha stabilito che debba pagare anche tutte le spese processuali, versando immediatamente a titolo di risarcimento trecentocinquantamila euro a ciascuno dei genitori di Chiara e trecentomila euro al fratello Marco.
La Corte ha decretato dopo cinque ore di Camera di Consiglio che Stasi è colpevole oltre ogni ragionevole dubbio, accogliendo in pieno la tesi dell’accusa; gli elementi raccolti durante l’indagine-bis condotta dal Procuratore Generale Laura Barbaini hanno dimostrato che è stato Alberto ad uccidere Chiara la mattina del 13 agosto 2007. Lui si era appellato fino all’ultimo ai giudici, dicendo di «non cercare a tutti i costi un colpevole condannando un innocente». Ma le sue speranze sono state vane e sconvolto se ne è andato da un’uscita laterale. Ad incastrarlo i graffi su un avambraccio, impronte insanguinate delle scarpe e le bici in possesso dalla famiglia con un cambio di pedali su quella nera; in più un lasso di tempo di ventitré minuti, dalle 9:12 alle 9:35, che avrebbe consentito a Stasi di uccidere Chiara e tornare a casa a lavorare al computer per la tesi di laurea.
I genitori di Chiara sono commossi e «soddisfatti, non abbiamo mai mollato, volevamo giustizia e dopo sette anni è arrivata», ha detto mamma Rita che per tutta la lettura della sentenza non ha mai guardato Stasi, «ora guarderò Chiara e le dirò ce l’hai fatta».
Paola Mattavelli
17 dicembre 2014