Save the children, Italia: 1,4 milioni di bambini vivono in povertà assoluta
L’infanzia è il periodo della vita in cui le uniche ‘preoccupazioni’ dovrebbero essere giocare, divertirsi e imparare cose nuove attraverso esperienze piacevoli. Purtroppo, secondo l’ultima analisi effettuata da ‘Save the children’, la situazione è ben diversa da quella appena descritta: nell’ ‘Atlante dell’infanzia – Italia’ infatti compaiono dati piuttosto inquietanti: ci sono sempre meno spazi e opportunità per i bambini, stretti fra indigenza (oltre 1.4 milioni in povertà assoluta e 2 milioni 400mila in povertà relativa), la vita in aree metropolitane (dove si concentra il 37% dei minori) spesso prive di servizi e una scuola ‘dimezzata’ (tempo pieno per non più del 50% di scuole).
Nella nota rilasciata dalla Onlus si legge: “quasi 1 minore su 4 vive in famiglie che dichiarano di abitare in appartamenti umidi o con tracce di muffa alle pareti e sono 1 milione e 300mila i minori le cui famiglie denunciano situazioni di sovraffollamento, in un Paese nel quale anno dopo anno cresce l’emergenza abitativa: nel 2013 sono ben 65mila i nuclei familiari (molti dei quali con bambini) ad aver ricevuto un’ingiunzione di sfratto per morosità incolpevole (+8,3% rispetto all’anno precedente). D’altra parte, come indicano i dati sui consumi, la povertà assoluta delle famiglie è cresciuta ulteriormente nel 2013 e riguarda ormai il 13,8% dei minori – oltre un milione e 400 mila tra bambini e ragazzi (con un incremento del 37% di minori interessati dal fenomeno rispetto al 2012) – mentre più del 68% delle famiglie sono costrette a tagliare sugli alimenti o a comprare cibo di qualità inferiore”.
‘Save the children’ ha quindi evidenziato una situazione molto grave, alimentata anche dallo scarso livello culturale: “3 milioni e 200mila giovani tra 6 e 17 anni (il 47,9% del gruppo di età) non hanno letto un libro nel 2013 e circa 4 milioni (il 60,8%) non hanno visitato una mostra o un museo. Non viaggia né si apre a nuovi mondi e persone il 51,6% di under 18 che vive in famiglie che non possono permettersi nemmeno una settimana di ferie l’anno lontano da casa. Lo sport grande assente nei pomeriggi del 53,7% degli adolescenti (15-18 anni), che non fanno alcuna attività motoria continuativa nel tempo libero. Pomeriggi non occupati neanche da attività scolastiche, dato che, nella migliore delle ipotesi, il tempo pieno c’è solo nel 50% delle scuole elementari e medie di alcune regioni, con picchi in negativo in regioni quali Campania (con il 6,5% delle scuole primarie a tempo pieno) o Calabria”.
Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children ha espresso preoccupazione per la situazione attuale: “Gli orizzonti a disposizione dei nostri bambini sono sempre più chiusi: si riducono gli spazi di autonomia, socialità, svago, e si riducono gli spazi mentali, le opportunità di formazione e crescita intellettuale e relazionale, sospingendo sempre più bambini ai margini. E’ sotto gli occhi di tutti il disagio di tante ‘periferie’: luoghi deprivati di verde, spazi comuni, trasporti efficienti, scuole a tempo pieno e sempre più popolati da giovani coppie con bambini. Le periferie dei nostri giorni sono le nuove città dei bambini. Da qui dobbiamo cominciare se vogliamo riaprire spazi di futuro e opportunità per l’infanzia nel nostro Paese”.
Davide Lazzini
10 dicembre 2014