Fecondazione eterologa: primi trapianti in Italia
Tre trapianti a Roma e uno a Milano, dove però sono stati inviati i Nas per un’ispezione sulle modalità di intervento
Per la prima volta, da dieci anni a questa parte, in Italia sono state effettuate delle fecondazioni eterologhe, che prevedono l’utilizzo del seme o dell’ovulo proveniente da soggetti esterni alla coppia. Gli interventi sono stati effettuati all’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che, lo scorso 9 aprile, ha fatto decadere il divieto previsto dalla legge 40, dichiarandolo incostituzionale.
Ad annunciare le prime operazioni eseguite a Roma è stata Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni: «Ho conosciuto la prima coppia che grazie a un dono di gameti ha ottenuto una gravidanza e ha voluto condividere con noi l’immensa gioia di una battaglia portata avanti da dieci anni contro i divieti della legge 40»
Un’altra gravidanza con eterologa è stata annunciata a Milano da Severino Antinori, pioniere della fecondazione assistita e direttore della clinica Matris: protagonista in questo caso una coppia pugliese, che già per tre volte aveva tentato l’operazione in Spagna. «Tutti aspettano le linee guida del Ministero – spiega Antinori – ma noi siamo andati avanti lo stesso, convinti che queste linee guida non siano altro che una scusa per attendere sine die e di fatto impedire l’eterologa in Italia. Mentre, anche a detta di giuristi che ho consultato, la sentenza della Corte Costituzionale automaticamente ripristina la normativa precedente alla legge 40, quindi per noi l’eterologa è già pienamente lecita. Per farla ci siamo attenuti alle linee guida europee, nel pieno rispetto della deontologia medica, e stiamo lavorando per praticarne altre»
Pronta è stata la reazione del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, proprio per la mancanza di indicazioni ufficiali del Ministero su tale procedura, ha inviato un nucleo di Nas presso la clinica Matris, con l’obiettivo di controllare le “le modalità con cui l’intervento di fecondazione è stato condotto in assenza di linee guida”. Secca la replica di Antinori: «E’ un atto intimidatorio del ministro Lorenzin, che si dovrebbe dimettere».
Accardo Guido
21 luglio 2014