Attentati Parigi, addio a Valeria Solesin: “Mancherà anche al nostro Paese”
PARIGI – Valeria Solesin è una delle 129 vittime della strage di Parigi avvenuta venerdì 13 novembre – l’ 11 settembre europeo. Per la serie ‘la storia si ripete’.
“Nostra figlia è morta”, afferma rassegnato Alberto Solesin, il padre di Valeria, ragazza veneziana che risultava dispersa nell’attacco parigino alla sala concerti ‘Bataclan’, in cui tre attentatori suicidi hanno ucciso 89 persone. “Abbiamo la certezza, ho parlato con il console in Francia e con il fidanzato di mia figlia ieri e pare che Valeria sia morta, probabilmente da venerdì sera”. Il padre ha avuto la triste notizia in un primo momento dal padre del ragazzo della figlia, Corrado Ravagnani – “Purtroppo Valeria è morta” aveva detto Ravagnani comunicando la notizia del ritrovamento del corpo della giovane – poi inseguito le conferme dal console italiano a Parigi Andrea Cavallari e dalla Farnesina. Il fratello della vittima, Dario, è in viaggio per Parigi per le formalità necessarie per portare la salma in patria. Ormai anche la madre Luciana Milani parla al passato della figlia: “Era una persona, una cittadina, una studiosa meravigliosa. Valeria a Parigi aveva lavorato anche seguendo i barboni della città, questo dice tutto, dimostra la sua voglia di conoscere in tutte le sfaccettature le realtà che andava a studiare e frequentare”.
La ragazza, studentessa ventottenne, era andata al concerto della rock band americana “Eagles of Death Metal” assieme al fidanzato Andrea Ravagnani, 30 anni di Dro (Trento), rimasto leggermente ferito ad un orecchio, Chiara Ravagnani, sorella di Andrea venticinquenne e il suo fidanzato Stefano Peretti di Verona, tutti e due rimasti illesi.
“Stava entrando nel teatro quando deve esserci stato l’assalto. Proprio in questa fase sarebbe stata separata dal gruppo, perdendo la borsa con cellulare e documenti che è stata raccolta da una sua amica; poi il nulla”. Un’amica veneziana della famiglia, che per prima ha dato la notizia della scomparsa di Valeria sui social media, ha spiegato che nel momento del primo blitz dei terroristi i ragazzi non erano ancora nella sala ma che in quel momento si sono staccati e così nella calca gli altri tre hanno perso contatto con Valeria. Nessuno l’ha più vista. “Già nella notte – ha raccontato poi l’amica – abbiamo tentato di contattarla ma non c’è stato nulla da fare nel caos che è seguito all’assalto”.
Valeria viveva in Francia da quattro anni ed era dottoranda borsista in Demografia alla Sorbona. Cresciuta a Venezia, diplomata al liceo scientifico ‘Benedetti’, si era poi trasferita a Trento dove si è laureata in sociologia. Da qui si era spostata per conseguire un dottorato nella Villa Lumière e proseguire così i suoi studi, approfondendo il ruolo della donna divisa tra lavoro e famiglia. Aveva anche pubblicato dei saggi. Il ritratto che emerge dalla descrizioni di amici e parenti è quello di una ragazza tenace e solare con un cervello ‘fine’ che l’aveva portata a fare carriera a tempo di record – “uno dei cervelli in fuga dall’Italia”.
Tanti sono stati i messaggi pubblicati sui vari social per partecipare al cordoglio della famiglia e per mostrare la propria solidarietà. Tra questi il saluto del fondatore dell’ong Gino Strada che ha contribuito così ad aggiungere un’ulteriore nota positiva al ritratto della ragazza: “Ciao Valeria, grazie” – scrive su Facebook – “anche lei tra le vittime del terrorismo che ha sconvolto Parigi. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerla e apprezzarla da volontaria di Emergency, prima a Venezia e poi a Trento. A lei un pensiero commosso e un abbraccio fraterno a tutti i suoi cari”. Anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha voluto partecipare al cordoglio della famiglia, attraverso Twitter, associando gli hashtag “#ValeriaSolesin e #preghiamoassieme”: “A nome mio personale e di tutta la Città di Venezia esprimo il cordoglio più profondo per la morte di Valeria Solesin”.
Ovviamente non è mancato nemmeno il messaggio di cordoglio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Valeria era figlia d’Italia e d’Europa. È stata uccisa da mano barbara, fomentata da fanatismo e odio contro la nostra civiltà, i suoi valori di democrazia, di libertà e di convivenza. Valeria è stata uccisa, insieme a tanti altri giovani, perché – ha scritto – rappresentava il futuro dell’Europa, il nostro futuro”.
Anche il premier Matteo Renzi si è espresso sull’accaduto chiamando direttamente i genitori di Valeria ed esprimendo loro la “vicinanza del governo”. “Faremo di tutto per ricordare questa giovane ricercatrice che studiava alla Sorbona – ha poi dichiarato – e studieremo con la famiglia un modo per ricordarla, magari una borsa di studio che valorizzi le sue qualità straordinarie”.
“La porteremo sempre nel cuore. Ricordate che era una persona, una cittadina, una studiosa meravigliosa e mancherà anche al nostro Paese” – parola di mamma Luciana.