Morto a Milano il semiologo Cesare Segre
Si è spento nel pomeriggio all’età di ottantasei anni a Milano il grande filologo, teorico della semiologia, critico letterario e noto saggista, Cesare Segre.
Di origine ebraica, Segre nasce a Verzuolo, presso Saluzzo nel Cuneese il 4 aprile del 1928, allievo di Benvenuto Terracini e dello zio Santorre Debenedetti, compie gli studi nell’Università di Torino dove si. laurea nel 1950.
Docente di filologia romanza e professore nell’Università di Trieste e dal 1960 in quella di Pavia, Segre ha studiato a fondo la prosa italiana antica (Volgarizzamenti del Due e Trecento, 1953): contributi confluiti poi nel testo Lingua, stile e società. Studi sulla storia della prosa italiana del 1963.
Appassionato dell’Ariosto, ha curato alcune importi edizioni critiche (Li bestiaires d’Amours di Maistre Richart de Fornival, L’ Orlando furioso secondo l’edizione del 1532; La chanson de Roland, Satire di Ariosto) senza tralasciare l’interesse per questioni semiologiche e squisitamente metodologiche come testimoniano le numerose pubblicazioni in tal senso (I segni e la critica; I metodi attuali della critica in Italia; Le strutture e il tempo; Semiotica filologica; Teatro e romanzo; Avviamento all’analisi del testo letterario; Notizie dalla crisi. Dove va la critica letteraria; Tempo di bilanci. La fine del Novecento; Pittura, linguaggio e tempo; Dai metodi ai testi: varianti, personaggi, narrazioni; Dieci prove di fantasia; Critica e critici). Le sue ricerche hanno concorso alla diffusione delle teorie formaliste e strutturali nella critica italiana,
Già direttore dell’International association for semiotic studies, dall’ 1988 è accademico della Crusca e dal 1993 socio nazionale dell’Accademia dei Lincei.
“E’ una gravissima perdita. Segre e stato uno dei più autorevoli, influenti e discussi critici della seconda meta del Novecento”: questo il commento a caldo del critico letterario Alfonso Berardinelli, appena appresa la notizia.
Cristian Cavacchioli
16 marzo 2014