Corea del nord: dopo il lancio del missile, dobbiamo temere Pyongyang?
Il lancio di un missile da Pyongyang avvenuto il 7 febbraio è stato condannato dalla comunità internazionale e in primo luogo dagli Stati Uniti accompagnati dagli alleati Corea del sud e Giappone. La televisione locale annunciava attraverso una delle sue giornaliste “il lancio di un satellite in orbita”. D’altronde proprio Pyongyang aveva annunciato l’intenzione di procedere al lancio di un satellite di osservazione della terra. La realtà dei fatti però sembra essere decisamente diversa
PYONGYANG – La Corea del sud ha tentato in diverse riprese di convincere la confinante Corea del nord a rinunciare alla sua provocazione; secondo i termini del quotidiano sud coreano Hankyoreh. La Cina sollecitata dalla presidenza sud coreana di Park Geuhn-Hye si è detta capace di impedire la realizzazione del progetto di Pyongyang.
Gli alleati degli Stati Uniti stimano che si tratta di un nuovo test balistico a lunga portata solo qualche settimana dopo il quarto test nucleare nordcoreano. Nella giornata del 7 febbraio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito in emergenza annunciando l’imposizione di nuove sanzioni contro la Corea del nord. Tokyo ha condannato l’episodio anche e soprattutto in ragione del passaggio del missile sopra l’isola di Okinawa come riporta il The Japan Times. Per il primo ministro Shinzo Abe, si tratta chiaramente di una violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite che vietano a Pyongyang lo sviluppo di un programma di natura nucleare.
La Cina ha ugualmente deplorato questa iniziativa targata Kim Jong Un. Tuttavia, Pyongyang “che spera di minacciare il territorio americano con i suoi missili, è ancora lontana dal controllare queste tecnologie”, ha affermato il quotidiano cinese Huanqiu Shibao. La comunità internazionale stima che la Corea del nord non ha ancora la capacità di controllo totale della tecnologia nucleare. Pyongyang dovrebbe anche rifornirsi di componenti essenziali. Una condizione severamente vietata al paese dalle sanzioni internazionali. Se la Cina ha potuto superare questi problemi in maniera indipendente negli anni sessanta, la Corea del nord non gode degli stessi mezzi oggi.
Un esperto americano corrobora questa analisi nel The Boston Globe. Theodore Postol, ex consigliere della Marina americana sui sistemi di missili e armi nucleari, ha affermato che dopo il ritrovamento del missile sparato nel 2012 da Pyongyang e recuperato a Seul, gli esperti che hanno analizzato i resti hanno potuto stabilire che quel tipo di missile “modello Unha-3″ non era capace di raggiungere il territorio americano.
Le autorità giapponesi, invece, hanno rifiutato di pronunciarsi sulla questione. Ma per Hidetoshi Takesada, professore presso l’Università di Tokyo, la tecnologia nordcoreana sembra aver fatto progressi dal 2012
(Twitter@ManuManuelg85)