Libia: Daesh minaccia di inviare oltre 500.000 immigrati verso l’Italia, allarme infiltrazione terroristica
Il ramo libico di Daesh prevede di inviare tra 500.000 e 700.000 migranti se l’Italia decide di intervenire nel paese. Si teme per l’infiltrazione di terroristi che potrebbero così raggiungere le nostre città
LIBIA – Questo è quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche della polizia italiana che il quotidiano Il Messaggero è riuscito a procurarsi. Intercettazioni considerate “deboli” secondo il quotidiano e nelle quali i membri dell’organizzazione dell’ISIS minacciano di ricorrere ai migranti come “arma psicologica” contro l’Europa, e in particolar modo contro l’Italia.
I Jihadisti emettono l’ipotesi di inviare alla deriva, direzione Italia, centinaia di barche riempite di migranti, nel momento in cui il nostro paese evocherà l’intervento militare in Libia, scrive Il Messaggero. L’obiettivo è di creare il caos nel mediterraneo e sulle coste italiane in special modo per creare “un impatto devastante sull’opinione pubblica” che potrebbe “influenzare le scelte politiche del governo”.
L’Italia è situata molto vicina alla Libia, a circa 350 chilometri ed è la principale porta d’ingresso dei migranti libici per l’Europa. Mercoledì, il bel Paese ha allertato la comunità internazionale che il tempo è contato per trovare una soluzione politica nel paese mentre Daesh si rinforza sempre più.
Gli sbarchi dalla Libia sono già aumentati del 59% solo nei primi mesi del 2015, come denunciato dal nostro ministro degli esteri, Paolo Gentiloni. Il pericolo d’infiltrazioni terroristiche è sempre più grande. L’ambasciatore egiziano in Inghilterra Nasser Kamel, come riportato dal quotidiano “La Nazione”, ha dichiarato: “C’è il rischio che barconi di terroristi arrivino sulle coste italiane”. Inoltre, ha aggiunto: “Sirte si trova a soli 30 chilometri dall’Italia”. La situazione è un po’ diversa poiché Sirte dista esattamente il doppio: 603 chilometri da Lampedusa. Tuttavia, nonostante le ragionevoli paure diffuse, il direttore del Dis, l’ambasciatore Giampiero Massolo, descrive la situazione dal suo punto di vista: “Non abbiamo evidenza di un nesso diretto tra sbarchi e terrorismo internazionale”.
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— Juliane Meyer (@JulianeMeyerK) 19 Febbraio 2015
L’allarme però c’è, ed è reale. Un documento propagandistico dell’ISIS, pubblicato sul web e tradotto dalla Quilliam Foundation, rilancia fortemente le preoccupazioni. Abu Ahimal Libim infatti scrive: “La Libia, ha una lunga linea di costa che affaccia sugli Stati crociati del sud Europa, che possono essere raggiunti anche con imbarcazioni rudimentali. L’immigrazione illegale dalle coste libiche è massiccia e secondo molti di questi immigrati e facile passare attraverso le maglie della vigilanza marittima e arrivare alla città. Se questo fosse anche solo parzialmente sfruttato e sviluppato strategicamente, il caos potrebbe essere portato nell’Europa del sud. E potrebbe anche accadere che si arriverebbe ad una chiusura del traffico marittimo a causa degli attacchi delle navi crociate e alle petroliere”.
Ora, l’ipotesi degli attacchi alle navi da crociera è piuttosto remota come dichiarato dall’amministratore delegato di Msc Crociere, che ricorda come le navi non sfiorino nemmeno quelle zone.
Si teme per l’esodo di massa di migranti dalla Libia. Sono già 4.000 le persone salvate da mercoledì scorso, un dato che oltrepassa in scioltezza il totale del mese scorso. L’organizzazione Internazionale per la migrazione (OIM), ha già definito l’anno in corso, un record in questo senso. L’allarme resta.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
19 Febbraio 2015