Burkina Faso: presidente si dimette, militari al governo
Proteste e scontri da giovedì, colpo di stato dei generali
Burkina Faso – Si è dimesso poco fa il presidente Blaise Compaoré, in carica dal 1987. Al presidente non è rimasta altra scelta dopo le proteste degli scorsi giorni e lo scioglimento del governo da parte dei militari. Le proteste. Era tutto iniziato pochi giorni fa, quando Compaoré aveva dichiarato di voler riformare la Costituzione per poter rimanere in carica per un altro mandato (praticamente a vita). I cittadini burkinabé allora hanno cominciato una forte protesta per le strade e le piazze di Ouagadougou, la capitale. La folla è andata crescendo fino a raggiungere diverse decine di migliaia di unità (un milione secondo alcune stime) e sono cominciati gli scontri con le forze di polizia del Paese. Ieri l’escalation di violenza ha raggiunto il picco massimo, con 30 morti, un centinaio di feriti e l’assalto dei manifestanti alle residenze dei principali uomini politici vicini al presidente (che sono state distrutte e saccheggiate).
L’intervento dell’esercito. L’esercito era stato costretto a dichiarare lo stato di emergenza e a imporre il coprifuoco dalle 19 alle 6 di mattina (poi revocato poche ore dopo) e ieri, 30 ottobre, ha dichiarato sciolti il Parlamento e il Governo assegnando i poteri legislativo ed esecutivo ad una giunta militare che sarà in carica per 12 mesi per guidare il Paese nella transizione politica. Di fatto nel Paese ieri si è verificato un colpo di Stato guidato dal generale Traoré, capo dello Stato maggiore delle forze armate e politicamente molto vicino al presidente. Ma i manifestanti, guidati dal leader d’opposizione Sankara, non si sono accontentati e stamattina hanno cinto d’assedio la sede dello Stato maggiore chiedendo a gran voce le dimissioni di Traoré, che non piace alle forze di opposizione perché troppo legato al presidente Compaoré.
Il passaggio di consegne. Prima delle dimissioni definitive il presidente Compaoré aveva dichiarato che avrebbe rinunciato ai poteri ma che sarebbe rimasto in carica per guidare l’esecutivo di transizione, rimettendo il suo mandato alle urne. Ovviamente questa decisione non è piaciuta alle forze antigovernative che non sono state disposte a trattare. Le dimissioni di Compaoré erano una condizione non negoziabile. “Il presidente ci ha ingannati tutti per 27 anni, sta ancora cercando di ingannarci, di ingannare la gente. E’ da tanto che chiediamo le sue dimissioni” ha dichiarato Sankara. Poi, nel pomeriggio, Traoré ha rassegnato le sue dimissioni e la sua rinuncia al potere è stata definitiva: “Con l’intenzione di preservare le conquiste democratiche e la pace sociale recita il comunicato letto alla televisione locale BF1 io (Compaoré) dichiaro che il potere è vacante in modo da permettere la realizzazione di una transizione che deve sfociare il elezioni libere e trasparenti nel tempo limite di 90 giorni”. Intanto il capo dell’esercito Traoré ha assunto la guida dello Stato, seguendo le disposizioni della Costituzione. Reazioni internazionali. Ieri sono arrivate le prime dichiarazioni dagli USA. A parlare è stata Bernadette Meehan, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale: “Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per il deterioramento della situazione in Burkina Faso a causa degli sforzi per emendare la costituzione”. Dello stesso avviso è anche Ban Kimoon, segretario generale dell’ONU, che attraverso il suo portavoce fa sapere di essere “preoccupato per il deteriorarsi della situazione della sicurezza in Burkina Faso”. Anche il Ministro degli Esteri della Francia (un Paese storicamente legato al Burkina Faso) Fabius si auspica “un ritorno alla calma”.
Andrea Speziale
31 ottobre 2014