Ministro Boschi: «Imu? Ridurremo la spesa pubblica, non i servizi»
«Ridurre la tassa per la prima casa non significa ridurre i trasferimenti ai Comuni. Non significa tagliare i servizi. Si basa sulla riduzione della spesa pubblica ad iniziare dai ministeri». Ad affermarlo è il ministro Maria Elena Boschi alla Festa dell’Unità di Casalgrande.
Per quanto riguarda la polemica sollevata dal presidente del Pd Orfini sulla minoranza del Pd, il ministro ha voluto precisare: «Il presidente Orfini ha usato la parola Vietnam perché altri l’avevano minacciata. Toccherà a noi giovani esser più saggi di senatori che hanno più esperienza parlamentare ma minacciano la guerriglia parlamentare contro il proprio partito».
Poi la Boschi ha spiegato: «Nel Pd dopo aver discusso dobbiamo andare avanti e se non siamo tutti d’accordo come in tutte le migliori famiglie si decide a maggioranza, tanto più se, come finora, è una maggioranza molto ampia del 90% del gruppo. E quando si è deciso chi ha un’idea diversa è normale che faccia un passo indietro rispetto alla maggioranza. Mi stupisce che persone più autorevoli di me mettano in discussione questo principio di democrazia. Chi rema contro sulle riforme si assume la responsabilità di consegnare il nostro Paese ai vari Grillo e Salvini, alle destre populiste. Io questo rischio non lo voglio correre».
Il ministro, con riferimento al lavoro di riduzione della spesa pubblica che il governo sta portando avanti, ha sottolineato che «nell’ambito della riforma della Pubblica amministrazione, che sarà approvata in settimana, all’inizio di settembre il governo eserciterà la delega sulle partecipate, con un provvedimento per l’efficientamento e l’aggregazione delle partecipate statali, poi ci sono quelle comunali e regionali che sono tantissime».
Il taglio delle tasse «rappresenta una sfida molto impegnativa ma siamo abituati alle sfide ambiziose. Abbiamo annunciato un taglio da 50 miliardi di euro che però tiene conto anche della riduzione delle tasse già fatte lo scorso anno e quest’anno. La misura degli 80 euro lo scorso anno significa una riduzione del cuneo fiscale per circa 10 miliardi; poi ci sono 5 miliardi per l’Irap per le imprese. Il prossimo anno avremo una riduzione della Imu e della Tasi per altri 5 miliardi. Poi 10 miliardi di riduzione per le tasse alle imprese Ires e nel 2018 per arrivare a ridurre l’Irpef per altri 20 miliardi».
Giuseppe Ferrara
3 agosto 2015