Riforma Senato, riprende l’esame del ddl ma continuano le polemiche sull’emendamento canguro
ROMA- Riprende il cammino della riforma costituzionale al Senato. Superate le polemiche sull’emendamento «canguro» e l’approvazione forzata dell’art 1 , il ddl Boschi è nuovamente sottoposto all’esame di Palazzo Madama ma l’approvazione del secondo articolo dovrà superare le conflittualità interne al Pd, nonché le barriere dell’opposizione.
L’elettivita dei senatori ha già raccolto una consistente lista di emendamenti da parte di Sel e Ncd, emendamenti prontamente respinti dalla maggioranza: con 176 voti l’Aula ha bocciato l’emendamento soppressivo dell’articolo 2 al disegno di legge Boschi che avrebbe annullato l’intera riforma, mentre con 171 no, 112 si e 6 astenuti è stata respinta la proposta di modifica firmata Andrea Augello Ncd che prevedeva per i senatori un mandato di cinque anni.
Tra emendamenti respinti e polemiche, non sono mancate le invettive pentastellate contro la seconda carica dello Stato: il M5S ha accusato apertamente il presidente del Senato Piero Grasso di non essere imparziale. «Ha piegato la Costituzione a uso e consumo della maggioranza» ha attaccato Nicola Morra, lamentando l’impossibilità di avere dei margini di manovra nell’azione parlamentare: «parliamo di riforme senza entrare mai nel merito delle questioni perché in Commissione non abbiamo mai avuto la possibilità di effettuare votazioni».
La replica di Grasso non si è fatta attendere.«Continuo a essere imparziale e arbitro» ha sottolineato il presidente del Senato, il quale ha commentato così la richiesta della Lega di verificare l’autenticità dell’emendamento canguro firmato Cociancich: «esiste, è intestato, è stato sottoscritto e non è stato disconosciuto dal senatore dem».
L’art. 2 non è destinato ad avere un facile iter di approvazione. Francesco Bruni dei conservatori e riformisti ha dichiarato guerra alla riforma ed in particolare all’articolo oggetto della votazione, minacciando di ricorrere alla Consulta in caso di approvazione del ddl Boschi.«Avremmo preferito abolire articolo 2, non condividevamo fin dall’inizio l’idea di eliminare l’elettività diretta del Senato. In caso di approvazione ricorreremo alla Corte costituzionale».