Alfano: “Isis in Italia rischio elevato, pronte misure severe”
Bruxelles – Sul finire della conferenza per la sicurezza dell’UE, il Ministro dell’interno Angelino Alfano conferma la linea dura italiana contro il terrorismo: “Ci sono proposte pronte e saranno presentate al Consiglio dei Ministri e al Parlamento”; poi informa: “Sono 48 i combattenti stranieri passati dall’Italia”.
Nello specifico vi sarà “uno stretto controllo di polizia sui soggetti che possono essere considerati a rischio, coloro che possono recarsi in territori di guerra”. In aggiunta il Ministro riporta: “C’è l’intenzione di colmare quella lacuna del nostro codice che impedisce di punire chi voglia andare a combattere senza essere il reclutatore”. La situazione comunque viene monitorata di giorno in giorno, è lo stesso Alfano a confermarlo: “il comitato analisi strategica antiterrorismo si riunisce ogni settimana. Abbiamo sempre valutazioni aggiornate e teniamo sotto controllo la situazione”. “L’allerta in Italia è elevata, elevatissima, pur in assenza di una minaccia specifica, perché l’Italia fa parte di quella grande comunità sotto l’attacco di un sedicente Stato”.
Il pericolo c’è, è reale e va affrontato con fermezza e nel sostenerlo ad Alfano fa eco Claudio Galzerano, direttore della Divisione Antiterrorismo Internazionale dell’Ucigos, la polizia di prevenzione, che annuncia: “Sono circa 50 gli Italiani partiti per combattere con l’Isis, abbiamo un conto preciso”; la situazione al momento è buona come conferma il direttore, grazie all’unione di intenti tra forze di intelligence e corpi di polizia: “Nella comunità della sicurezza italiana c’è un’ottima osmosi tra il lato intelligence e il lato del ‘law enforcement’, delle forze di polizia: grazie a questo è stata creata una lista consolidata che ci permette di conoscere esattamente le dimensioni del fenomeno in tutte le sue sfumature”.
C’è preparazione e attenzione su ogni fattore insomma, e l’impegno italiano procede di pari passo con quello europeo per debellare il terrorismo islamico: “l’impegno è ed è stato massimo; oggi però siamo molto più attenti a determinate fenomenologie come quella dei reduci – prosegue Galzerano – : il fatto che combattenti partiti dall’Europa possano fare nuovamente ingresso nel territorio di Schengen è una problematica alla quale sta cercando di rispondere l’Europa intera e in primis l’Italia, che ha la presidenza dell’Unione europea”. Le misure preventive sono state tutte schierate; la paura nell’occidente memore dell’11 settembre purtroppo resta.
Matteo Campolongo
29 settembre 2014