Riforma del Lavoro, via libera ai nuovi contratti ma il Pd si spacca
Via libera ai contratti a tutela crescente. La Commissione Lavoro del Senato ha approvato oggi l’emendamento presentato dal Governo che prevede l’introduzione di una nuova tipologia contrattuale nel mercato lavorativo e l’abolizione dell’art. 18 per i neo assunti.
“Le norme appena varate rappresentano l‘incontro tra due riformismi”. È questo il commento di Sacconi all’approvazione del provvedimento, anche se il sì alla riforma è arrivato non senza intoppi: Sel e il M5s hanno abbandonato i lavori, mentre i forzisti hanno scelto la via dell’astensione.
I malumori non hanno riguardato solo l’opposizione, ma anche una parte del Pd capeggiata da Pierluigi Bersani: l’ex segretario Pd ha infatti ravvisato nel piano renziano la presenza di “idee surreali” e ha attaccato duramente l’intenzione dell’esecutivo di eliminare l’art. 18. Su twitter, un altro esponente della minoranza democratica Matteo Orfini ha espresso il suo disappunto: “Servono importanti correzioni al progetto”.
La possibile sostituzione delle tutele dello Statuto con un indenizzo, ha scatenato la reazione dei sindacati e il segretario della Cigl Susanna Camusso ha ribadito di essere pronta allo sciopero e ad una mobilitazione unitaria contro il Governo che mira a concludere la riforma del lavoro entro ottobre.
Nonostante le critiche, il premier si è detto sereno e ha sottolineato l’importanza di arrivare a regole comuni e a tutele estese a tutti i lavoratori grazie al superamento dell’art. 18.
Benedetta Cucchiara
18 settembre 2014