Alitalia: aspro scontro tra i sindacati, gli arabi aspettano l’intesa
Roma. Ancora polemiche, ancora scontri. Le organizzazioni sindacali coinvolte nella vicenda Alitalia si stanno dando battaglia per cercare di far valere le loro richieste sul tavolo delle trattative tra la compagnia aerea nazionale ed Etihad. I sindacati sono divisi sul referendum interno riguardo gli esuberi (che sembrano inevitabili) e rischiano di mandare a monte il negoziato. Il voto sull’accordo taglia stipendi e sul contratto aziendale si è concluso con una partecipazione inferiore al 30% degli aventi diritto. Le norme in materia trovano interpretazioni opposte e proprio da questo punto sono partiti scambi di accuse pesantissime tra Cgil, Cisl e Ugl – che rivendicano la validità delle firme poste all’accordo con l’azienda – e la Uil, fiancheggiata dalle sigle professionali di piloti e assistenti di volo. Il premier Matteo Renzi avverte: “Tutti si devono rendere conto che l’alternativa è tra 1.000 o 15.000 esuberi. Ma resto ottimista”.
Sebbene nelle ultime ore sia stata smentita, attraverso l’amministratore delegato Del Torchio, l’ipotesi di “ultimatum” da parte della compagnia degli Emirati Arabi, Alitalia ha fatto sapere che “Per Etihad l’accordo di tutti i sindacati è essenziale. La coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali sono essenziali per il completamento delle intese”. Il vertice della Cisl, Raffaele Bonanni ha dichiarato: “La Uil sta giocando col fuoco nel momento peggiore di Alitalia, perché gli arabi possono anche fuggire”. Dal canto suo, la Uil, sindacato guidato da Luigi Angeletti, contesta il patto siglato con l’azienda e lo fa attraverso Claudio Tarlazzi, che ha dichiarato: “Sono state violate tutte le regole”. La Filt Cgil, attraverso il segretario nazionale Nino Cortorillo, contrattacca dicendo: “Secondo le norme sulla rappresentanza sindacale approvate a gennaio da tutti i confederali, anche in caso di mancato quorum gli accordi sono pienamente efficaci”.
Gli arabi di Etihad stanno osservando con un certo sconcerto lo scontro, anche se il via libera all’iniezione di capitali rappresenta un segnale di distensione. La compagnia araba sarebbe pronta a staccare un assegno da 1,2 miliardi per l’acquisizione. Sono ancora molti, però, i nodi da sciogliere. Per il ministro Lupi: “Se salta Etihad ci rimettiamo la faccia. Una settimana per la firma”.
Le prossime ore saranno decisive. C’è tanto lavoro da fare ma Del Torchio appare sereno. Secondo alcune indiscrezioni, qualcuno nel palazzo Alitalia sente che la firma del pre-accordo con Etihad possa arrivare nei prossimi giorni.
Nel frattempo è stata fatta pulizia nei conti della società e varato il decisivo aumento di capitale – 250 milioni – sottoscritto dalle banche, da Immsi, Atlantia e da alcuni piccoli soci, ad esclusione di Air France-Klm. Il passaggio successivo riguarderà Poste. Anche il governo ci mette del suo per agevolare la conclusione positiva della vicenda, a tal proposito Matteo Renzi ha incontrato Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, e Giovanni Castellucci, numero uno di Atlantia.
Davide Lazzini
26 luglio 2014