It’s only the end of the world – Dolan al Festival di Cannes 2016
It’s only the end of the world è in Competizione al Festival di Cannes 2016
It’s only the end of the world è il nuovo film del giovanissimo regista Xavier Dolan. Pellicola tratta da una piéce teatrale. In una prima lettura avvenuta nel 2010 non sembrava adatta per le sue corde, la sceneggiatura non gli piaceva e aveva messo da parte il grande documento che conteneva questo testo. Dopo aver diretto Mommy, invece, ha pensato di leggerlo di nuovo, o forse di leggerlo realmente, e a pagina 6 capisce che sarebbe stato il suo prossimo film. Probabilmente perché inizialmente lo aveva letto quando era troppo giovane, ma con una visione più matura assimila le emozioni, le parole, i silenzi, le esitazioni, le insicurezze e i veri difetti del personaggio principale e della sua famiglia.
Il film parla dell’assenza di Louis (Gaspard Ulliel) da casa sua per ben 12 anni. Decide di ritornare per annunciare alla sua famiglia che sta per morire. Purtroppo in tutto quel tempo è cresciuto il risentimento dei suoi fratelli: faide piene di amarezze e paure, e tutti i tentativi di empatia sono sabotati dall’incapacità di ascoltare e amare.
It’s only the end of the world è stata accolta dai collaboratori di Xavier Dolan con uno strano scettisismo e con molta apprensione. La sfida era proprio quella di adattare il testo teatrale al cinema, trasportare sul grande schermo le lemozioni dei personaggi – che fossero a voce alta o nel silenzio – , la loro solitudine, il loro dolore, il sentimento di inferiorità che avviene in una casa.
Durante il film si sente palpabile il gusto di uno spettacolo teatrale, e ogni atto è chiuso da una canzone spesso rock o comunque molto famosa che rimanda il sentimento dei personaggi. Probabilmente è proprio la musica la parte vincente che trascina lo spettatore in una dimensione diversa da quella che sta vivendo, portandolo insiema a Louis in un ricordo che è sicuramente più interessante e pieno di vita del momento che sta vivendo. Ottima anche la regia, che si sente moltissimo, e che rende la storia più accattivante. Per quanto riguarda gli attori, encomiabile l’interpretazione di Gaspard Ulliel che rende corposi i silenzi e gli sguardi – un personaggio non facile ma che lui rende magnificamente -. Marion Cotillard non è aiutata nell’interpretazione di Cathrine, impaurita dal fratello di suo marito e da suo marito stesso (Vincent Cassel) il quale ha il duro compito di mostrare la dicotomia della sua rabbia e del suo voler essere per una volta gentile. Insomma, tutti gli altri personaggi sono l’ombra sbiadita di Louis.
La morte è stata affrontata in tantissime pellicole e in tutti i generi, ma è raro che questa non cambi l’empatia dei personaggi. In It’s only the end of the world sembra che nonostante Louis si sia pentito di essere stato lontano senza mai ritornare – nemmeno per il matrimonio del fratello -, la mancanza di ascolto da parte dei suoi familiari gli rende impossibile esprimere se stesso, dare una motivazione alla sua assenza e soprattutto renderli partecipi della sua vita. Ma è proprio questo il punto. I familiari gli accusano uno scarso interesse nei loro confronti, ma nessuno gli dà la possibilità di interessarsi. La mancanza di ascolto è la prima piaga che colpisce le famiglie che le rende estranee pur essendo vicine.
VOTO: 8,5
Titolo: It’s only the end of the world
Titolo originale: Juste la fin du monde
Genere: Drammatico
Regia: Xavier Dolan
Cast: Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Léa Seydoux, Vincent Cassel, Marion Cotillard