Il libro della giungla, ennesima perla della Disney
Un libro di quelli che si leggono ai figli prima di andare a dormire. Un classico Disney che molte generazioni hanno amato e cantato. Il libro della giungla, in sala il 14 Aprile, torna dopo decenni sul grande schermo, più forte che mai.
Una storia che ancora è accattivante e attuale riprende vita con una tecnologia nuova, capace di far vivere questo prodotto in un modo del tutto nuovo.
“Realismo” è senz’altro una parola che ben si addice a questo film. Animali e natura sono i grandi protagonisti della storia, parlano come vuole la tradizione disneyana, ma non per questo l’idea di reale viene a mancare. Sembra quasi, infatti, di poter semplicemente tradurre e capire quegli atteggiamenti che gli animali sono in grado di comunicarci, solo con un linguaggio diverso.
Il 3D aggiunge qualcosa, senza dubbio. Molte scene sembrano fatte appositamente per saper stupire e interagire con questa nuova forma di cinema e l’avventura nella giungla sembra davvero di poterla vivere, sembra di essere lì assieme a Mowgli, Bagheera e Baloo.
Il ritmo è incalzante, pieno di azione e senza momenti morti. Si corre verso la fine senza sosta lasciandosi trasportare dalle corse sfrenate del cucciolo di umano e dei suoi amici.
La trama è simile a tutte quelle che abbiamo già conosciuto, ma non per questo si ha la sensazione di relazionarsi a un qualcosa di già visto, tutt’altro.
Mowgli è un ragazzino che viene trovato per caso dalla pantera Bagheera. Portato nella giungla non ha modo di sopravvivere, se non con la protezione di un forte gruppo capace di far fronte ai molti pericoli della natura. Bagheera lo affida così ai lupi, dove la mamma lupa Raksha si prenderà cura di lui come fosse un suo cucciolo. Tutto sembra procedere bene, finché il predatore più spaventoso della giungla, la tigre Shere Khan, viene a conoscere di questa insolita situazione. Non ha nessuna intenzione di accettare un uomo nella giungla e giura di ucciderlo assieme a chiunque tenti di ostacolarlo.
Per non mettere in pericolo il branco, Mowgli fugge insieme a Bagheera dovendo sopravvivere a tantissime insidie, ma scoprendo anche la bellezza della natura.
Mowgli è il simbolo dell’essere umano, non ha artigli, non ha le ali, non ha le zanne, ma può fare i suoi “trucchi”, così li chiamano nel branco: utilizzare vari elementi per costruire oggetti a lui utili. Mowgli è in grado di piegare la natura, di manipolarla e controllarla.
Queste qualità non sono ben viste dai lupi, che lo limitano. Sarà l’incontro con Baloo, un grande orso fannullone, simpatico e che prende la vita come un gioco bello e semplice, a fargli capire quanto siano utili queste potenzialità.
Come la Disney ci ha abituati da sempre, questo film pone il bene da una parte e il male dall’altra in una lotta ideologica che può vedere un solo vincitore. Il messaggio e la morale non sono assenti, come sempre.
Un film per tutti, un film che farà sognare i bambini ma emozionare anche gli adulti; come ha detto Giancarlo Magalli durante la conferenza stampa “La Disney punta al grande che coinvolge il piccolo. Disneyworld è prima per i genitori e poi per i figli!”
Sonoro, fotografia e scenografia sono fantastiche, come la regia di Jon Favreau.
Grandi protagonisti del film, qui in Italia, sono proprio i doppiatori principali, nomi importanti e apprezzati che hanno retto, se non vinto, il confronto con Bill Murray, Idris Elba, Giancarlo Esposito, Scarlett Johansson e Ben Kingsley.
Toni Servillo è Bagheera. Personaggio solenne e importante, saggio, raffinato. Racconta di come Ben Kingsley, attore molto stimato da Servillo, gli abbia dato con l’accento inglese un’aura di grande classe e nobiltà che in italiano era molto difficile rendere. Uno come lui, però, non può certo fallire il bersaglio e come gli altri esce trionfante da un confronto a dir poco difficile.
Violante Placido è Raksha, e si è detta molto felice di aver prestato la voce a un personaggio così selvaggio, ma anche amorevole e profondo col quale si rispecchia molto. Amante della Disney e della natura si mette al servizio del personaggio eccezionalmente.
Neri Marcorè è Baloo e non può che arricchire questo personaggio che tende a rubare un po’ la scena a tutti gli altri. Una scelta che non sarebbe potuta essere più azzeccata. Semplicemente perfetto.
King Louie, l’enorme scimmione che vuole padroneggiare il fuoco, è invece doppiato da Giancarlo Magalli. La frizzante vitalità di Magalli viene trasportata in questo personaggio, che pur se nella schiera degli antagonisti di Mowgli non può che suscitare simpatia. Assolutamente vincente.
Alessandro Rossi è la temibile tigre, Shere Khan. Nella sua carriera ha prestato la voce a molti “duri” del cinema come Liam Neeson, Schwarzenegger, Hulk Hogan, Ving Rhames, Wesley Snipes e Rodrigo Santoro in 300. Poteva esserci qualcuno migliore di lui per il predatore più temibile della giungla dal muso sfregiato e terribilmente spaventoso?
Giovanna Mezzogiorno infine presta la voce a Kaa, il sensuale e ipnotico serpente. Pochi minuti dedicati a questo personaggio, ma quei minuti resteranno impressi nella memoria dello spettatore risultando uno dei momenti più alti e intensi di tutto il film. Affascinante, seducente, pericolosa, inquietante. Senza una capacità incredibile, questo personaggio con così poco tempo a disposizione, non sarebbe potuto riuscire ad emergere così tanto.
“Ti bastan poche briciole, Lo stretto indispensabile, E i tuoi malanni puoi dimenticar, In fondo basta il minimo, Sapessi quanto è facile, Trovar quel po’ che occorre per campar!”
Baloo
REGIA: Jon Favreau
SCENEGGIATURA: Justin Marks
FOTOGRAFIA: Bill Pope
SCENOGRAFIA: Chrisopher Glass
MUSICHE: John Debney
MONTAGGIO: Mark Livolsi