Hunger Games 3: il canto della rivolta (Parte 1)
I 75esimi Hunger Games terminarono con la loro stessa distruzione, grazie alla coraggiosa Katniss Everdeen, che con l’astuzia ed il suo inseparabile arco, mise fine ai giochi.
La nostra protagonista torna oggi nelle sale cinematografiche, interpretata dalla ormai amatissima attrice Jennifer Lawrence, la ritroviamo più agguerrita che mai, pronta alla rivolta dei distretti di Panem contro il regime oppressivo di Capital City.
Il compito di Katniss è anche quello di salvare Peeta, rimasto nelle grinfie del subdolo presidente Snow, che lo manipola e lo utilizza come mezzo di propaganda (elemento che sostituisce lo show televisivo al quale eravamo abituati ad assistere), come volto del potere.
La distopia futurista di Hunger Games procede con il raccontarci una storia di ribellione ad un sistema opprimente.
La saga è meno adolescenziale di quanto si possa credere (ci troviamo nel filone young adult), anzi, Suzanne Collins non perde mai di vista lo sfondo politico, oltre al problema dei “media” e quanto essi possano trasmettere o no la verità, in particolare si tratta la distanza tra realtà e rappresentazione, che nel film ritroviamo più che evidente. Insomma, la saga racchiude un significato ben più profondo, al quale desidera avvicinare lo spettatore, farlo riflettere, vuole che non si fermi ai giochi, alla storia d’amore e alla lotta contro Capital City, ma che riesca a vedere il background significativo sul quale è costruita la storia.
Oggi ci troviamo di fronte ad un sicuro successo (per la terza volta) di Hunger Games, la saga con a capo l’eroina del momento, attrice da Oscar, in grado di dare al pubblico una perfetta interpretazione della protagonista, attraverso lo sguardo, la forza, l’astuzia e lo spirito ribelle. Una donna d’azione, in grado di tenere in mano delle armi, ma anche di difendersi e combattere con una sola espressione, con un’unica parola. Katniss Everdeen, rappresenta la speranza di questa generazione.
di Sara Saccone
20 Novembre 2014