La Lazio pareggia ed è seconda. Reti bianche all’Olimpico
All’Olimpico vince la noia. La lazio non ricorda più il sapore dei tre punti. La vittoria sperata non arriva. Grave passo falso per arrivare primi nel girone: tutto in salita per i biancocelesti.
PRIMO TEMPO
La partita dovrebbe offrire una Lazio determinata a portare a casa il risultato. Il match, però, offre una prima parte scialba e priva di grandi occasioni. Gli avversari ( miglior attacco in europa league) non portano grandi insidie al reparto difensivo, forti del fatto che un pareggio confermerebbe il primato. Non è un alibi per i padroni di casa che tentano sparute sortite offensive con conclusione poco pericolose e convincenti nei venti metri finali. La Lazio ha tutto da perdere ma, ciò, non sembra incitare gli effettivi in campo che sembrano accontentarsi del semplice passaggio di turno. I tiri in porta sono riassumibili sulle dita di una mano. In difesa, il rientro di Biava, consente solidità e tranquillità. Il problema è in attacco dove, la coppia Floccari-Keita, con troppa morbidezza fa sentire il proprio peso. La Lazio costruisce, non vi è dubbio, ma in maniera troppo sterile e impercettibile.
SECONDO TEMPO
La seconda metà ricomincia come finisce, la Lazio manovra e spreca. La disperazione di arrivare al vantaggio porta la squadra a cercare il massimo risultato con una risoluzione di gioco approssimativa. A nulla servono le sotituzione di mister Petkovic che inserisce Hernanes, Klose e Candreva che, pur portando peso in attacco, non riescono a tracciare la via del gol. Il Trabzonspor non attacca e non ha motivo di farlo. Il nervosismo la fa da padrone, tanti falli e poco gioco. In una partita grigia, calcisticamente parlando, l’unica nota di colore sono gli “olè” ironici che accompagnano i passaggi dei biancocelesti. I tifosi, pochi, travolgono la squadra con una pioggia di fischi alla fine del match, sintomo di una tifoseria stanca di non riuscire più ad esultare per una vittoria che, ormai, sembra utopia. Reti bianche e tanta amarezza.
Poteva essere il riscatto, poteva essere la risalita di una china inclinatissima. Poteva ma non è stata. L’attacco biancoceleste non ha punto. Il secondo posto in un girone, reputato facile all’inizio stagione, ora porta un sorteggio difficile e proibitivo per le aquile. Davvero spiacevole quanto visto in campo, una squadra che doveva portare a casa la vittoria, in novanta minuti, ha palesato tutte le sue lacune. L’attacco è inesistente, Klose non basta, la rete non si gonfia da ormai troppo tempo. Insicurezza e nervisismo non sono le armi per combattere un avversario che si preannuncia ostico per quanto mostrato in campo.
LAZIO (4-3-3) – Berisha; Cavanda, Novaretti, Biava, Radu; Onazi (65′ Hernanes), Ledesma, Ederson (74′ Klose) ; Felipe Anderson (58′ Candreva), Floccari, Keita. Allenatore:Vladimir Petkovic; A disposizione: Marchetti, Ciani, Biglia,Lulic.
TRABZONSPOR (4-2-3-1) – Kivrak; Bosingwa, Yumlu, Bamba, Demir; Adin, Akgun Colman, Malouda ; Alanzinho (64′ Erdogan), Henrique (86′ Gural). Allenatore:Mustafa R. Ackay; A disposizione: Öztürk, Ayvaz, Aydoğdu, Ozdemir, Adrian, Janko.
ARBITRO: Clement Turpin (Fra)
ASSISTENTI: Cano, Danos
IV UOMO: Luzi
ADD: Rainville, Bastien
AMMONITI: Akgoun (T), Biava (L), Demir (T), Erdogan (T), Radu (L), Candreva (L)
Damiano Rossi (Frascati)
13 dicembre 2013