Trump, un candidato “molesto”
Proprio con le corse alla Casa Bianca gli attacchi e i dibattiti tra i concorrenti delle diverse correnti sono all’ordine del giorno, ora però con la pubblicazione di un’inchiesta condotta dal New York Times, potrebbe subire qualche penalizzazione la candidatura del “tycoon” Trump.
Decine di donne tra quelle intervistate si sono espresse sui loro rapporti lavorativi avuti con Donald Trump ed hanno espresso un termine comune: “molestie”, queste arrivavano frequentemente dall’imprenditore.
Definire il noto imprenditore come molestatore ha un peso, soprattutto per la corsa politica intrapresa e poi andrebbe ponderata e spiegata la scelta di questo termine soprattutto perché esso, dalle dichiarazioni che il New York Times ha a disposizione, sembra essere più un sinonimo di “prevaricatore”.
Un leader che in ambito lavorativo pare voler emergere in maniera strafottente, arrogante, ostentare e prevaricare le donne con il suo potere, la sua ricchezza e celebrità.
Elementi questi che rendevano controverso e pesante il suo rapporto con le figure femminili incontrate in più contesti dal potente Trump; elementi che se uniti a un maschilismo che pare sia ereditario ( il padre Fred era solito degradare le donne), portano inevitabilmente alle dichiarazioni ottenute dal giornale americano.
Sei settimane d’inchiesta del New York Times e circa cinquanta le donne ascoltate, non tutte però si sono espresse negativamente sull’imprenditore.
Tra le figure femminili che hanno avuto contatti con Trump tra vita sociale, lavoro nelle sue agenzie immobiliari e concorsi di bellezza, solo alcune lo hanno definito un “molestatore” non a livello fisico a scopi sessuali, bensì verbalmente e psicologicamente.
Un uomo che vive nel mito della sua stessa ricchezza e che ha quasi bisogno di aggredire quotidianamente le figure femminili che ha davanti forse si tratta appunto di un bisogno che serve ad accrescere il proprio ego e confermare la grandezza del ruolo che si ha.
Insomma, un protagonista-antagonista in continuo contrasto con le buone maniere il candidato Trump.
Un ricco “tycoon” che vive nel gusto della prevaricazione e umiliazione pubblica della figura che va a prendere di mira in un dato momento, spesso però le umiliazioni sono talmente pesanti e ripetute che finiscono davvero per esser più gravi di quanto si possa immaginare, come il noto caso di Miss Universo, che ha visto causare gravi danni e disagi a livello psicologico.
Nel 1996 Alicia Machado, la vincitrice di Miss Universo (organizzazione acquistata da Trump per poter godere sempre di più dell’essere adornato da bellissime in passerella), ma dopo qualche tempo ingrassò.
Si aprì una vicenda attorno ai kg presi dalla Miss, anzi, fu Trump a fare di quei kg una colpa da mettere sotto i riflettori e da condannare pubblicamente, solo per il gusto di sorridere di una donna in quel momento “oggetto”.
Allora l’immobiliarista chiamò più di 90 giornalisti a riprendere la Machado che veniva fatta allenare in palestra, insomma a volte Trump ha agito al limite della derisione, peccato che alla Miss di allora questo atteggiamento spassionato sia costato solo alcuni anni di anoressia e bulimia.
Un molestatore di personalità e forse di quelle che percepisce come più deboli ai suoi attacchi che partono dalla grandezza di un uomo che forse ha bisogno di dimostrarla e riconfermarla.
Abbiamo però la certezza che nella visione di Trump le donne sono un gradino al di sotto degli uomini, però, qualora arrivi una che volesse il cielo, sia positivamente fuori dalla norma, il buon immobiliarista non la scarterebbe solo per una questione di principio, ci mancherebbe.
Ne è un esempio la collaboratrice Barbara Res, nominata capo delle costruzioni negli anni ottanta e dirigente dei lavori alla Trump Tower, che oggi fa sapere cosa alberghi davvero tra le convinzioni di Trump: “Mi diceva: le donne sono inferiori agli uomini, ma quando ne capita una in gamba è meglio”.
Un simpatico, ricco, indisponente ed esagerato personaggio Trump, che ogni tanto è in grado di causare anche qualche disturbo psicologico a bersagli troppo deboli.
Insomma, chissà questa inchiesta che peso avrà sulla sua candidatura che lo vede ora tra i papabili per l’arrivo alla Casa Bianca, ma con queste “accuse” nel curriculum politico, non sarebbe certo il solo ed unico personaggio “bizzaro” all’interno di una politica che ha smesso di vergognarsi da tempo.