Nucleare iraniano: nuove tentativo di John Kerry
Il segretario di Stato americano John Kerry incontra nuovamente il suo omologo iraniano Mohammad Javad Zarif a Vienna, per esortarlo a compiere una scelta cruciale nell’ambito della negoziazione sul nucleare iraniano.
I due si sono ritrovati durante la mattinata per una discussione che si annuncia seria e potenzialmente lunga, secondo i termini di un alto rappresentante del Dipartimento di Stato. “Sono contento che abbiamo avuto del tempo per vederci e riprendere la discussione dove l’abbiamo lasciata”, ha dichiarato il Segretario Kerry prima di iniziare la discussione con Zarif. Ora ad attenderli, ci sono sette giorni difficili di negoziazione come dichiarato dal ministro iraniano domenica sera.
L’obiettivo della tappa viennese di Kerry, arrivato domenica nella capitale austriaca dopo una tournée in Cina e in Afghanistan, è di determinare la volontà iraniana di fare le scelte cruciali per raggiungere un accordo di storica importanza sul programma nucleare iraniano dopo dieci anni di fallimenti ripetuti.
A sei giorni dalla data del 20 luglio, data stabilita per il raggiungimento di un accordo, le divergenze tra le grandi potenze del 5+1 (USA, Gran Bretagna, Russia, Cina e Germania) e gli iraniani sono sempre rilevanti secondo Kerry. Il segretario di Stato Americano e i suoi omologhi britannici, tedeschi, francesi si sono ritrovati domenica a Vienna per delle discussioni che tuttavia, non hanno trovato nessun tipo di accordo. Kerry, è deciso a prendersi il tempo necessario per raggiungere i progressi che possono essere fatti.
Il principale punto di approccio della negoziazione è la capacità di arricchimento dell’uranio reclamato dall’Iran. Arricchito a un livello elevato, l’uranio può essere impiegato per produrre la bomba atomica. Serve da combustibile alle centrali nucleari per la produzione di energia elettrica.
La comunità internazionale sospetta che Teheran voglia dotarsi dell’arma atomica, cosa puntualmente negata a diverse riprese dall’Iran che assicura che la natura del proprio programma nucleare è civile.
Le grandi potenze reclamano garanzie sulla reale motivazione del programma nucleare iraniano, in cambio di una ratifica delle sanzioni che asfissiano l’economia del paese. Assicurando che l’Iran faccia uno sforzo sincero, il primo ministro si aspetta la medesima cosa da parte del gruppo 5+1.
Un accordo conclusosi nel mese di novembre del 2013 a Ginevra ha permesso una situazione di stallo del programma nucleare iraniano. Questo accordo, valido sei mesi, precede quello che dovrà essere raggiunto il 20 luglio. A sei giorni, l’incertezza resta dunque totale. Senza contare che Americani e Iraniani si siano sottomessi a forti pressioni.
Di Manuel Giannantonio
14 Luglio 2014