Russia: Edward SNOWDEN chiede asilo in 21 paesi
Edward Snowden all’origine delle rivelazioni sulle attività di spionaggio della NSA (National Security Agency) e quindi del DATAGATE, ha chiesto asilo politico in 21 paesi. Resta assolutamente determinato a conservare la sua libertà di parola “al servizio dell’interesse pubblico”, come scritto da lui stesso in una lettera indirizzata al Presidente dell’Ecuador Rafael Correa.
In un comunicato di Wikileaks, pubblicato lunedì sera, Edward Snowden ha chiesto asilo politico a 21 paesi tra i quali L’Islanda, l’Ecuador, Cuba, Venezuela, Brasile, India, Cina, Germania, la Svizzera e la Francia. Snowden accusa il 44°Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, di avergli imposto sanzioni illegali sull’esilio ma anche di aver esercitato pressioni sui dirigenti dei paesi nei quali sta cercando protezione.
Le richieste di asilo politico sono state effettuate in nome di Edward Snowden da Sarah Harrison, un’impiegata britannica di Wikileaks che ha accompagnato lo stesso Edward il 23 giugno nel suo viaggio da Hong Kong a Mosca.
La Polonia non ha accettato la sua richiesta. “Una domanda che non rispetta le condizioni formali di una richiesta di asilo è arrivata. E anche se fossero rispettate, non gli conferirò raccomandazioni positive”, ha così specificato su Twitter il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski.
L’ex dipendente della Central Intelligence Agency ha ugualmente chiesto asilo all’Ecuador, già noto per averlo concesso al fondatore di Wikileaks Julian Assange nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, ma l’assenza di passaporto valido gli ha impedito di prendere un volo per Cuba.
Il Presidente dell’Ecuador ha dichiarato che la soluzione del problema è nelle mani delle autorità russe.
In una lettera in spagnolo, Edward Snowden, ha ringraziato Quito per il suo sostegno, affermando che questo paese è un “esempio per il mondo”. Rafael Correa ha dichiarato che la domanda di asilo politico in Russia deposta da Snowden potrebbe regolare definitivamente la sua situazione ma che il suo paese non è ancora intenzionato ad abbandonare questo dossier.
Nel frattempo il giovane americano di 29 anni è bloccato nella zona di transito internazionale dell’aeroporto di Mosca-Cheremetievo dal 23 giugno. Il Presidente russo Vladimir Putin gli ha assicurato che può rimanere in Russia se smette di compiere azioni che mirano a fare un torto agli Stati Uniti.
Tuttavia Snowden sembra aver rinunciato alla sua richiesta di asilo. “Sapendo della posizione di Putin sulle condizioni necessarie per restare in Russia, ha rinunciato alla sua domanda”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov. Lo stesso Peskov ha inoltre dichiarato: “Nessun paese può consegnare Snowden a un paese come gli Stati Uniti dove la pena di morte è ancora in vigore”.
La Russia, che non ha accordi d’estradizione con gli Stati Uniti, ha affermato di non avere nulla contro Snowden. “E’ un uomo libero, prima sceglierà la sua destinazione e meglio sarà per lui e per noi”, ha dichiarato Vladimir Putin il 25 giugno.
Alcuni contatti sono stati stabiliti tra Washington e Mosca sulla sorte di Edward Snowden. Il Dipartimento di Stato Americano ha affermato lunedì che Snowden resta un cittadino americano e che in quanto tale avrà diritto ad un processo equo se rientra negli Stati Uniti. Washington l’ha tuttavia incolpato di spionaggio e annullato il suo passaporto.
I Presidenti Putin e Obama non hanno ancora trovato una condizione che soddisfi entrambi le parti e per questo motivo Il direttore dell’FSB Alexandre Bortnikov e il direttore dell’FBI Robert Mueller sono in contatto in queste ore nel tentativo di trovare una soluzione delicata quanto complicata nell’ambito del diritto internazionale.
di Manuel Giannantonio
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2 luglio 2013