Siria: UE revoca embargo delle armi
Gli Stati Uniti che rifiutano di consegnare armi ai ribelli siriani, hanno approvato martedì la decisione dell’Unione europea di revocare l’embargo sulle armi destinate all’opposizione del regime di Damasco. “Approviamo l’azione dell’UE”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. Il portavoce aggiunto del dipartimento di Stato, Patrick Ventrell, ha aggiunto: “Anche se la decisione spetta all’UE, noi sosteniamo l’assopimento dell’embargo sulle armi come voluto dalla comunità internazionale per dimostrare il totale appoggio all’opposizione siriana”.
Nelle ultime settimane Washington D.C è stata meticolosamente attenta a non criticare mai i suoi alleati britannici e francesi che militavano per la revoca dell’embargo europeo sulle armi, ma il governo americano non si era mai espresso così esplicitamente. La decisione europea “conferisce agli Stati Membri dell’UE la flessibilità per sostenere l’opposizione”, ha aggiunto Patrick Ventrell, ripetendo che il suo paese privilegiava fino ad oggi “un’assistenza non letale” di circa 250 milioni di dollari alla ribellione contro le forze del regime del Presidente Bachar Al-Assad.
La revoca dell’embargo europeo è “utile perché s’invia un messaggio al regime di Assad secondo il quale l’appoggio all’opposizione non farà altro che crescere”, ha voluto ricordare il diplomatico americano. I ministri degli Esteri europei hanno deciso lunedì sera a Bruxelles di revocare l’embargo sulle armi per i ribelli siriani. I 27 hanno tuttavia convenuto di non consegnare armi ai ribelli per il momento, alfine di non nuocere agli sforzi dei regolamenti politici.
La Russia, alleata di Damasco insieme alla Cina, ha criticato questa decisione europea e ha confermato le consegne previste di sistemi perfezionati S-300 russi al regime siriano. Il ministro degli Esteri siriano contrario alla scelta intrapresa dalla comunità internazionale ha dichiarato: “La decisione dell’Unione europea costituisce un ostacolo agli sforzi internazionali per ottenere una soluzione politica alla crisi in Siria” Accusa ugualmente l’UE di sostenere e incoraggiare i terroristi procurando loro armi violando la legge internazionale dell’ONU.
I ribelli invece non possono ricevere le armi prima di due mesi. La ripresa delle consegne è infatti sottomessa ad alcune condizioni e non sarà dunque effettiva prima del 1° agosto, alfine di non mettere in pericolo l’imminente conferenza internazionale sull’avvenire della Siria, prevista per il prossimo giugno a Ginevra. Le armi fornite dovranno essere destinate alla “protezione dei civili” e saranno sottomesse ad alcune condizioni, soprattutto in termini di controlli sui loro destinatari, ha voluto spiegare Catherine Ashton, capo della diplomazia europea. Le consegne dovrebbero riguardare solo i membri delle truppe del Consiglio nazionale siriano (CNS), per evitare di cadere nelle mani di gruppi radicali.
di Manuel Giannantonio
29 maggio 2013