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Rendicontazione finanziaria e sostenibilità: come cambiano le regole del gioco

A lake in the shape of a rising graph in the middle of untouched nature symbolizing the growing interest in ecology and nature conservation. 3d rendering.

Con l’approvazione da parte della Commissione Europea della nuova normativa Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), ci si avvia verso una nuova fase della sostenibilità, dove le imprese che rientreranno in determinati parametri quantitativi saranno chiamate predisporre il bilancio di sostenibilità seguendo le nuove regole ed i nuovi principi di rendicontazione predisposti dall’EFRAG. Un bilancio di sostenibilità che tenga certamente conto delle novità normative quali, ad esempio, la doppia materialità, e fornendo inoltre maggiori informazioni e trasparenza, così come richiesto da investitori e clienti sempre più sensibili verso le tematiche ESG, oltre che dallo stesso legislatore.

Le nuove normative richiederanno competenze non più legate alla mera gestione finanziaria, bensì volte ad una nuova impostazione organizzativa da parte delle aziende. Coloro che sono chiamati a redigere il bilancio di sostenibilità o di gestire, nel suo complesso, il sistema di controllo interno (es. internal auditors, funzioni di compliance, collegio sindacale), saranno per ovvi motivi i principali soggetti interessati dalle nuove sfide che si prevedono all’orizzonte. Essi dovranno guidare l’impresa verso una nuova prospettiva, trasmettendo le novità all’intera azienda.

Sarebbe un errore infatti sottovalutare il modo in cui la sostenibilità non sia un fattore relegato alle sole funzioni amministrative ma che bensì uno profondamente integrato nella cultura economica aziendale, nella sua mission e visione.Essa è figlia dunque di una cultura aziendale mirata ad un diverso modo di fare business.

Per questi motivi, la territoriale Campania e Calabria dell’ANDAF  ed in particolare la sua sezione giovani, ha organizzato per il prossimo 18 maggio un incontro sulla sostenibilità e a tal proposito, abbiamo voluto porre alcune domande al Presidente della Sezione Campania – Calabria Ing. Federico Tammaro, che ringraziamo per la sua disponibilità.

Partiamo dall’inizio: come nasce questo incontro?

Questo incontro si inserisce nell’ampia attività formativa di ANDAF ed in particolare sul tema della sostenibilità. La nuova normativa a riguardo spinge le aziende a cercare figure professionali sempre più preparate e formate sull’argomento. Finora, soprattutto nel panorama delle PMI, la figura del direttore amministrativo è stata relegata ad un ruolo meramente operativo teso alla predisposizione della documentazione contabile. Questo era dovuto principalmente al fatto che il “Capo Azienda” preferiva riservare per sé le attività connesse alle relazioni con banche e istituzioni. La complessità crescente degli obblighi di rendicontazione e trasparenza sta spingendo anche queste aziende ad investire su CFO con competenze più ampie ed articolate. Il ruolo del CFO è quindi destinato ad aumentare di importanza e responsabilità.

Formazione come primo passo per supportare le imprese.

In termini di formazione, non va assolutamente dimenticato che ANDAF è stata riconosciuta dal MISE (ora Ministero delle Imprese e del Made in Italy) come unico organismo autorizzato al rilascio della certificazione professionale di CFO. Per la sostenibilità si è provveduto a predisporre un’area di studio specifica, attraverso la collaborazione con le più importanti società di revisione, le cosiddette “big four”, oltre che con studi professionali di prim’ordine, senza dimenticare i master organizzati da ANDAF in collaborazione con alcune delle maggiori università italiane.

Collaborate anche con il legislatore?

Assolutamente sì. Come ANDAF collaboriamo con l’OIC nella stesura dei principi contabili e si sta lavorando molto sugli aspetti relativi alla tassonomia. Operare secondo principi di sostenibilità è un vantaggio, ma è anche un costo per le imprese e quindi è importante che le nuove regole non generino eccessivi oneri.

Come sono messe le imprese nel meridione?

Le imprese meridionali saranno costrette presto ad investire molto sul tema della sostenibilità. Dovranno farlo perché è il legislatore ad imporlo, ma anche perché lo chiedono i consumatori sempre più sensibili all’argomento, così come gli investitori. Ormai se si vuole accedere ad un finanziamento, ad un bando, la certificazione green è richiesta. Sicuramente sarà un passaggio importante per le imprese del meridione che imporrà un vero e proprio passaggio generazionale. I finanziamenti PNRR potrebbero aiutare a sostenerne i costi.

Nel meridione però ci sono anche grandi aziende. Anche queste realtà sono indietro sull’argomento?

Le imprese che sono nate al Sud, ma successivamente hanno portato i loro centri decisionali al Nord, sono sicuramente più avanti rispetto alle altre. Questo perché hanno avuto modo di confrontarsi con un sistema già proiettato nella nuova prospettiva. L’introduzione della seconda o terza generazione di manager all’interno delle aziende ha contribuito a rendere più rapido il cambiamento. Non dimentichiamo che la sostenibilità è, prima di tutto, una cultura aziendale e quindi avere un management giovane al timone significa avere un’apertura mentale tesa all’innovazione. Non è detto che queste grandi aziende non diventino, a loro volta, le imprese trainanti delle società nate e rimaste al Sud. Imprese che già con la pandemia hanno dovuto far emergere tutta la loro resilienza e ora saranno sicuramente in grado di affrontare questa nuova sfida. Per quanto riguarda la figura dei nuovi CFO un modo per agevolare la transizione sarà sicuramente quello di ricorrere al temporary management. Un manager esperto, ma temporaneo che possa supportare l’impresa nel breve periodo, fintanto che ci si doti delle nuove competenze che si renderanno necessarie.

A proposito di effetto sistema, il sistema – Italia sta funzionando?

L’Italia ha tutte le potenzialità per cogliere questo momento di cambiamento se non prima sicuramente con maggiore “fantasia” di altri paesi. La fantasia e l’intuizione sono sempre stati la nostra forza. I fondi del PNRR ci sono per supportare il tessuto economico nelle regioni del meridione, così come sono disponibili altri strumenti che possono essere attività. Tutto sta a mettersi in gioco, consci del fatto che investire nella sostenibilità non è più un argomento rimandabile.

Per maggiori informazioni, l’incontro organizzato “riunisce banche, imprese, fondi di investimento ed associazioni di settore, oltre a rappresentanti del mondo accademico, si pone un duplice obiettivo di:

Attivare una riflessione e comprendere lo stato di consapevolezza dei partecipanti sull’importanza di sviluppare ed attivare un approccio alla sostenibilità che sia “operativo” mirato al raggiungimento di risultati tangibili sul fronte economico, sociale ed ambientale, fornendo, anche grazie alla condivisione delle esperienze dei partecipanti, esempi concreti di implementazione efficace della sostenibilità nel business. Un approccio “del fare” è oggi modalità indispensabile per le aziende in ragione del cambiamento in atto dello scenario macroeconomico, energetico, dei sistemi e delle opportunità di approvvigionamento di materie prime e forniture, e non ultimo dello scenario socioculturale;

E condividere le recenti evoluzioni del quadro normativo in ambito di rendicontazione finanziaria e di sostenibilità, esplorando gli impatti che queste possono avere su un numero sempre più ampio di imprese e facendo emergere le opportunità che possono derivare da una implementazione “consapevole” dei processi di reporting all’interno delle organizzazioni”.

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