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Dentro l’universo MAGA: giovani, social e identità politica negli Stati Uniti

L’omicidio di Charlie Kirk ha riportato al centro dell’attenzione il movimento che più di ogni altro ha ridefinito la politica americana degli ultimi anni. Parliamo del movimento “MAGA”, acronimo di Make America Great Again. Ciò che nacque come slogan elettorale di Donald Trump nel 2015 è oggi un universo politico e culturale che coinvolge milioni di americani e che, soprattutto tra i più giovani, si è trasformato in un luogo di di appartenenza e partecipazione.

Non solo uno slogan, ma qualcosa di più

Quello che all’inizio sembrava uno slogan come gli altri, oggi è diventato qualcosa di più. Con il tempo si è trasformato, ha trovato un nuovo terreno su cui poggiarsi ed è diventato un movimento culturale in grado di proporre una visione del mondo alternativa, al centro della quale resta un’idea precisa: l’ America deve “ritrovare se stessa” e deve farlo riscoprendo valori nazionali e religiosi, difendendo le comunità locali e opponendosi a ciò che viene percepito come imposizione delle élite o globalizzazione incontrollata.

Il MAGA e i più giovani

Quando si parla di universo MAGA, c’è un dato che salta all’occhio più di altri. Il movimento MAGA, più di altri riesce a porsi come un polo di attrazione per le generazioni più giovani. Nei campus universitari, spesso percepiti come dominati da posizioni progressiste, il MAGA è riuscito a rappresentare una seconda via. Per molti studenti, avvicinarsi a questo mondo significa sfidare il conformismo del contesto accademico e rivendicare un’identità alternativa. Significa non esser più costretti ad ascoltare un’unica voce dalla quale nessuno poteva osare distanziarsi.

Non solo nei campus, il movimento MAGA guarda ai social

Se nei campus si costruisce la presenza fisica, sui social media il movimento ha trovato il suo principale strumento di espansione. TikTok, Instagram, X e YouTube sono diventati i canali privilegiati per parlare a un pubblico giovane. Non si tratta solo di comunicazione, ma di una vera e propria costruzione identitaria. Indossare un cappellino rosso con la scritta Make America Great Again o condividere un hashtag non significa semplicemente esprimere una preferenza politica, ma dichiarare l’appartenenza a una comunità. Questa dinamica ha reso il movimento qualcosa che va oltre la politica. Parlare di MAGA significa parlare di un ecosistema culturale autonomo, capace di andare oltre le categorie tradizionali della politica: non più solo partito, programma o ideologia, ma un’esperienza culturale, sociale e generazionale. Una subcultura in cui si fondono appartenenza e identità, capace di parlare ai giovani e costruire un senso di comunità in un tempo in cui la politica, da sola, sembra non bastare più.

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