Dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 al Mudec di Milano 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore presenta Piccasso. La Metamorfosi Della Figura, a cura di Malén Gual e Ricardo Ostalé. Da vedere circa quaranta opere del maestro spagnolo, tra dipinti, sculture, insieme a 26 disegni e bozzetti di studi preparatori e opere d’arte primitiva.

La mostra è importante perché consente al visitatore di meglio comprendere l’importanza che ebbe per il pittore andaluso l’arte primitiva, africana, iberica e dei mari del sud, da lui scoperta al Museo Trocadero di Parigi inaugurato nel 1907.
In quel tipo di arte primigenia, che non intende rappresentare direttamente una forma di realtà, e supera le apparenze e la rappresentazione illusionistica, trova la spinta per andare oltre le barriere tradizionali.
Picasso. La Metamorfosi della Figura: quegli oggetti d’ispirazione animista pensati per collegare l’uomo agli spiriti della natura, o agli spiriti morti, lo fanno riflettere sul senso e la missione dell’arte. Che non deve solo ricercare bellezza o rappresentare la realtà, ma farsi mediatore tra l’universo incomprensibile e l’artista.
Trasposizioni anatomiche, rimodellamenti, forme sconnesse, geometrie, entrano a far parte del suo nuovo vocabolario plastico e della sua iconografia personale. Tutte quelle forme d’arte primigenia sono una sorta di feticci, armi per aiutare l’uomo a vincere la paura della morte, degli spiriti della realtà ingovernabile.
“In quel momento compresi il senso profondo della pittura e perché ero pittore” disse dopo l’incontro con quel tipo di arte.
Dal 1906 coglie quindi l’essenza e il significato di queste fonti artistiche e le assimila nella sua produzione per tutta la vita, dal 1906 – anno fondamentale per la sua produzione – fino agli ultimi lavori degli anni Sessanta.
Inventa trasposizioni, rimodella figure dai volumi sproporzionati, in una costante Metamorfosi della Figura che spesso ha una forte connotazione erotica e che governerà l’evoluzione della sua pittura e della sua scultura.
Picasso. La Metamorfosi della Figura: percorso espositivo
La mostra segue un percorso in parte cronologico sulla ricerca e lo studio della forma, diviso in cinque sezioni.
La Prima Sezione grazie al bell’allestimento curato da Cesare Mari, Panstudio Architetti Associati con Carlotta Mari, ci introduce all’interno dello studio parigino, con stampe di fotografie dell’epoca. Picasso si stabilisce infatti definitivamente a Parigi dal 1904.
Vi troviamo una selezione di opere realizzate da Picasso nel 1906 sotto l’influenza dell’arte dell’Antico Egitto, sculture iberiche preromane, una scultura HEMBA. La sezione è arricchita da fotografie di opere collezionate da Picasso e dei suoi studi affollati di sculture e maschere.
Seconda Sezione. 1906-1907. Les Demoiselles d’Avignon.
Vi sono esposti 26 disegni del quaderno n. 7 di Les Demoiselles d’Avignon e il magnifico dipinto Femme Nue, in prestito dal Museo del Novecento di Milano. A fianco del prezioso taccuino, ci sono una maschera Suruku, un reliquiario Kota, una scultura Dogon e un’altra di Tellem. All’interno della sezione anche un multimediale con immagini direttamente collegati a Les Demoiselles arricchisce il percorso.
Terza Sezione. 1908-1927. Cubismi.
Qui vengono esposte alcune figure dal 1908 al 1917, poiché l’artista non faceva distinzioni tra oggetti, paesaggi o persone. Una scultura tribale, la scultura CHAMBA, mostra al pubblico il passo diretto con il cubismo e con le opere cubiste di Picasso.
Quarta Sezione. Dagli anni ’20 alla Seconda Guerra Mondiale
Si apre con una scultura Igbo Alusi, che dialogherà magnificamente con la scultura di Picasso. La forza di queste opere africane, la loro espressività atemporale, può essere riflessa nell’opera di Picasso degli anni ’20-’30, persino in alcuni splendidi bozzetti per il Guernica – presenti in mostra – e nelle figure tragiche degli anni di guerra.
Quinta Sezione 1930-1970
Troviamo opere di Picasso tra il 1930 e il 1970, distanti dalla rappresentazione geometrica, molto più morbide, in cui gli elementi delle figure vengono strappati e rimodellati, mescolati e distorti, riconoscibili come elementi umani. In questa sezione non sono incluse opere africane, poiché Picasso non si riflette in esse, ma è giunto all’essenza.
Picasso. La Metamorfosi della Figura, al Mudec di Milano, l’influenza del pittore su artisti africani
L’ultima parte della mostra evidenzia l’importanza che gli artisti africani contemporanei attribuiscono all’artista andaluso. A titolo di esempio le opere esposte di artisti come il beninese Romuald Hazoumè, il mozambichiano Gonçalo Mabunda e il congolese Cheri Samba dimostrano il riconoscimento di Picasso come il principale interprete dei fondamenti espressivi del continente africano.
Picasso. La Metamorfosi della Figura, è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura. Fondazione Deloitte è Institutional Partner della mostra che vede il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia e dell’Istituto Cervantes di Milano.
L’esposizione, curata da Malén Gual, conservatrice onoraria del Museo Picasso di Barcellona insieme a Ricardo Ostalé, apre al pubblico dal 22 febbraio 2024 e porta al MUDEC di Milano oltre del preziosissimo Quaderno n. 7 concesso per la mostra dalla Fondazione Pablo Ruiz Picasso – Museo Casa Natal di Malaga.
Mudec Via Tortona 56, tel. 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)
Picasso. La Metamorfosi della Figura
Date 22/02/2023 – 30/06/2024
Orari Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 ‐ 19.30 | Gio, Sab 9.30‐
22.30
Biglietti Intero € 16 | Ridotto € 14
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.