Un Natale tra pittura, scultura e archeologia. L’iniziativa predisposta dal Ministero della Cultura ha sancito la possibilità, per turisti e residenti, di accedere ai musei d’Italia nelle giornate del 25 e 26 dicembre.
Un progetto a lungo bramato dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano che lo ha inaugurato evidenziando l’importanza inestimabile dell’arte: “Esiste un diritto delle persone alla bellezza, perché la cultura migliora la qualità della vita di ognuno di noi”.
Il progetto si è reso possibile però soltanto grazie all’apporto di volontari, che hanno offerto la loro disponibilità per coprire i turni lavorativi nei giorni festivi, attribuendo notorietà alla cultura.
Ingressi alle stelle: il bilancio positivo per l’apertura natalizia dei musei

Il tentativo intrapreso dal Ministero della Cultura ha avuto un enorme successo. I dati emersi evidenziano come turisti e residenti abbiano dato un grande seguito all’apertura dei musei durante le festività, apprezzando l’iniziativa e sfruttando, ad esempio, la mattina di Natale per intraprendere questo viaggio nella cultura. Lo stesso Sangiuliano ci ha tenuto a comunicare le varie statistiche affiorate rispetto a visite e ingressi, dati che sono sorti in seguito alla giornata del 26: sono stati decine di migliaia i visitatori che hanno varcato le soglie di gallerie, siti archeologici o pinacoteche, immergendosi in una nuova realtà, costellata di arte in tutte le sue sfaccettature.
Natale al museo: i numeri
Parco archeologico del Colosseo – Anfiteatro Flavio 26.267 (presenze)
Pantheon 11.325 p.
Parco archeologico del Colosseo – Foro Romano e Palatino 9.286 p.
Gallerie degli Uffizi – Gli Uffizi 8.101 p.
Parco archeologico di Pompei 7.357 p.
Galleria dell’Accademia di Firenze 5.332 p.
Reggia di Caserta 4.954 p.
Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo 4.610 p.
Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti 2.192 p.
Cenacolo Vinciano 1.505 p.
Museo archeologico nazionale di Napoli 1.277 p.
Parco archeologico di Ercolano 1.378 p.
A questi dati si aggiungono i 2.270 visitatori del Giardino di Boboli e i 19.120 del Vittoriano e Palazzo Venezia
Le “aperture straordinarie”: un’ordinarietà mancata
Le “aperture straordinarie, dovrebbero diventare ordinarie” ha sottolineato il Ministro della cultura Sangiuliano durante la sua visita a Palazzo Barberini. La cultura dovrebbe avere un maggiore spazio, essere riconosciuta non solo come una rappresentazione del passato, ma come una costruzione dell’identità odierna. Un ulteriore obiettivo è quello di lasciare un margine più ampio ai musei “secondari”, appartenenti a piccoli centri, musei che in realtà hanno anch’essi una valenza inestimabile che non può essere classificata come di serie b.
L’ordinarietà non appartiene alla pittura, alla scultura o all’archeologia. La cultura vive e incentiva la sua influenza con gli eventi “straordinari”, con aperture durante le festività o eventi sporadici notturni. L’inconsueto dovrebbe divenire consueto. Il patrimonio intellettuale dovrebbe divenire accessibile a tutti coloro che nella semplice routine non hanno la possibilità di entrare in contatto con questa realtà. Basti guardare alla cosiddetta “Notte dei musei” che presenta dei dati estremamente positivi per gli ingressi evidenziando come una parte di popolazione non accresca il suo interesse culturale per un’impossibilità non sancita dal proprio volere. La discrepanza oraria della notte si trasforma in un desiderio socialmente condiviso, in un qualcosa che potrebbe incentivare ulteriormente la partecipazione, la connessione con la propria identità culturale, offrendo a tutti la possibilità di godere di una così grande bellezza.