Roma Arte in Nuvola, alla sua terza edizione, ha trovato il perfetto bilanciamento per affermarsi nel prossimo futuro come un’importante fiera di Arte moderna e contemporanea

Roma Arte in Nuvola è diventata grande. Si è conclusa ieri la fiera internazionale di Arte moderna e contemporanea ideata e diretta da Alessandro Nicosia. Organizzata presso la suggestiva cornice della Nuvola di Fuksas, all’Eur, la fiera ha raggiunto la sua terza edizione e, quest’anno ha ospitato oltre 150 gallerie d’arte nazionali ed estere, proponendo al pubblico un’offerta artistica poliedrica, in grado di coinvolgere tutte le discipline: non solo esposizioni e performance quindi, ma anche un ricco programma di talk e installazioni. Un equilibrio significativo tra l’aspetto commerciale e la forte impronta curatoriale e divulgativa che costituisce la cifra distintiva della fiera.
Inaugurata alla presenza del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Arte in Nuvola si sta affermando sempre di più come un punto stabile di riferimento per le gallerie del centro-sud, andando a valorizzarne l’alto potenziale. Non sono mancati, tuttavia, espositori provenienti da tutto il globo: da Tel Aviv a Dubai, passando per Londra, Parigi, Barcellona fino a New York e Osaka. Un’offerta espositiva completa e di alto profilo che ha coperto gli oltre 14.000 metri quadri di spazio espositivo, suddivisi fra arte moderna e contemporanea, rispettivamente al general floor (piano terra) e al forum (primo piano).
Fiore all’occhiello della terza edizione è stata la partecipazione attiva del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Cultura, con il patrocinio di Regione Lazio e Roma Capitale: infatti, grazie a questa inedita collaborazione, è stato possibile ammirare in anteprima assoluta 40 opere della Collezione Farnesina, con artisti del calibro di Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Afro, Agostino Iacurci e Tommaso Binga. Significativa la presenza del panel Roma Capitale, con la mostra dedicata dal titolo La Città delle Donne, che, partendo dalla metafora di felliniana memoria, si struttura in un suggestivo percorso visivo elaborato sul corpo della donna nella considerazione di un rapporto che quasi non distingue più il valore semantico del corpo della donna con quello stesso della città di Roma.
In ultimo, ma non meno importante, dopo aver ospitato Israele nella prima edizione e l’Ucraina nella seconda, la Fiera ha scelto di consolidare la propria vocazione internazionale ospitando, quest’anno, l’Australia come Paese straniero. Il padiglione ha ospitato la mostra d’arte aborigena Threads and Lands: pittura, scultura, lavorazione del legno e arazzi hanno composto una collezione dinamica, la cui narrazione curatoriale si ispira alla materialità fisica delle opere d’arte e ai processi di creazione. Tra gli artisti da scoprire Witjiti George e Zaachariaha Fielding.