Alcuni investitori privati americani starebbero facendo pressione sul governo tedesco affinché ripristini il Nord Stream 2, un gasdotto che trasporta gas naturale dalla Russia alla Germania, attraverso un passaggio sottomarino nel Mar Baltico e che attualmente è sottoposto alle sanzioni statunitensi.
Secondo il quotidiano tedesco Bild, il 3 marzo 2025, rappresentanti degli Stati Uniti e della Russia avrebbero tenuto colloqui segreti in Svizzera per discutere un accordo che coinvolgerebbe alcune aziende americane e non direttamente il governo degli Stati Uniti. Un’ipotesi avvalorata dal fatto che Washington non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali al riguardo.
La Germania non ha partecipato ai colloqui e, anzi, nel Paese rimangono forti dubbi circa la fattibilità economica e politica delle trattative. Nel frattempo si parla anche di un possibile coinvolgimento più ravvicinato degli interessi del Cremlino. Secondo il Times, l’accordo energetico vedrebbe lo sforzo – poi smentito dall’interessato – dell’ex amministratore delegato di Nord Stream 2, Mathias Warnig, ex spia russa e socio del presidente Vladimir Putin.
Non solo una questione energetica
La discussione sul Nord stream non è solo una questione energetica, ma anche geopolitica. La Russia è uno dei maggiori produttori di gas naturale al mondo, insieme agli USA. Il Paese ha visto il transitare il suo gas per l’Europa dall’Ucraina, attraverso un percorso instabile. Un problema dovuto alle sanzioni politiche e ai conflitti geopolitici che è stato parzialmente risolto grazie alla realizzazione di due linee: Nord stream 1 e Nord stream 2.
La prima è stata completata nel 2011 ed è stata in funzione fino al suo danneggiamento, avvenuto nel settembre del 2022. La seconda, invece, completata nel 2021, non ha visto la luce a causa dell’aggressione russa all’Ucraina che ha ridisegnato le alleanze strategiche ed energetiche.
Fino a febbraio 2022, il Nord Stream 2 era essenziale per l’approvvigionamento di gas naturale in Europa. Tuttavia, la questione russo-ucraina ha condizionato l’Europa nel voler ridurre la sua dipendenza energetica da Mosca. Il punto di snodo cruciale di questo traffico energetico è proprio la Germania, cosa che la rende una delle dirette interessate degli sviluppi di questi giorni in materia energetica.

Imprenditori americani e mercati azionari
Anche gli Stati Uniti si erano dimostrati contrari al gasdotto, per timore che la Russia potesse esercitare una maggiore influenza sui paesi europei. Nonostante il Nord stream 2 sia stato oggetto di sanzioni e controversie politiche, è tornato sotto i riflettori per un motivo molto semplice: l’energia è un settore strategico, soprattutto in vista della guerra commerciale globale che si prospetta.
La volatilità dei mercati azionari ha già spinto molti imprenditori a riposizionare i propri asset strategici e a ripensare le proprie attività commerciali. Nord stream 2 è un’opportunità significativa per investitori come Stephen P. Lynch. Acquisire il gasdotto offrirebbe un “controllo americano ed europeo” sulle forniture di gas all’Europa per il resto dell’era fossile. Questo, oltre a interessare le fluttuazioni a breve termine dei mercati azionari, rappresenta una strategia a lungo termine nel settore energetico.
Berlino non cederà facilmente
La Germania, che ha sempre svolto il ruolo di “rubinetto d’Europa”, deve ponderare le conseguenze di una possibile riapertura del Nord stream 2, mettendo al primo posto gli interessi europei e la sicurezza energetica del continente. In qualità di hub energetico, la sua priorità è mantenere una posizione cauta, considerando che la scelta di riaprire il gasdotto comporterebbe un’inversione di marcia nella transizione energetica del continente.
Le autorità tedesche hanno già valutato la possibilità che da Washington arrivi una proposta energetica di tale portata. A confermalo è Philipp Steinberg, capo della divisione di politica economica del ministero federale tedesco per l’Economia e la Protezione del Clima. La situazione interna instabile e l’economia in difficoltà, saranno dei fattori decisivi nella decisione dei prossimi passi da compiere.
La politica energetica tedesca è diventata un altro fronte di divisione per il Bundestag, con il partito dei Verdi che spinge per le rinnovabili, e l’AfD (Alternative für Deutschland) che aveva già annunciato in campagna elettorale di voler ripristinare i gasdotti nel Baltico. Resta da vedere quale saranno gli sviluppi sul Nord stream in relazione agli interessi russi e statunitensi, oltre che la decisiva strategia energetica che l’Europa adotterà a lungo termine.