Il Regno Unito riavvolge il nastro. Oggi le dimissioni di Liz Truss da leader del Partito conservatore. Sarà premier solo fino alla avvenuta scelta del suo successore. Lo ha annunciato lei stessa dal portoncino nero di Downing Street. E se può dire di essere stata tra le ultime persone a stringere la mano alla Sovrana più longeva e amata di sempre, e tra le prime a farlo con il suo successore Re Carlo, sarà stata anche la premier con il mandato più veloce della storia, solo 45 giorni prima di dover ammettere di non farcela.
Pur appellandosi ai risultati positivi raggiunti come quello sulle bollette energetiche e difendendo la sua visione di un’economia poco tassata e quindi potenzialmente ad alta crescita, imputa al “momento di grande instabilità economica e internazionale” della sua entrata in carica l’impossibilità, allo stato, di portare a termine il mandato al quale l’aveva destinata il partito dei Tories.
Tiepida la reazione delle Borse, per il momento. L’indice Ftse100 della City cede lo 0,16% a 6.913 punti in una giornata comunque non brillante per le borse europee, dove Milano guadagna lo 0,34%, Francoforte perde lo 0,29%, Parigi guadagna lo 0,29% e Madrid lo 0,52%. Continua il rialzo della sterlina rispetto al dollaro. Tra le reazioni battute dalle agenzie spicca quella della diplomazia russa che parla di inaudito “imbarazzo” per il Regno Unito, mentre la Francia si esprime con prudenza, con Macron ad augurare un rapido ritorno alla stabilità.
E intanto sull’Ansa il discorso integrale di dimissioni della quasi ex-premier, poche parole, poche ammissioni di responsabilità: “Sono entrata in carica in un momento di grande instabilità economica e internazionale. Le famiglie e le imprese erano preoccupate su come pagare le bollette. La guerra illegale di Putin in Ucraina minaccia la sicurezza di tutto il nostro continente. E il nostro Paese era stato frenato per troppo tempo dalla bassa crescita economica. Sono stata eletta dal Partito conservatore con il mandato di cambiare questa situazione. Abbiamo lavorato sulle bollette dell’energia e sul taglio dell’assicurazione nazionale. E abbiamo definito una visione per un’economia a bassa crescita fiscale e ad alta crescita, che sfrutterebbe le libertà della Brexit. Riconosco però, data la situazione, di non poter realizzare il mandato per cui sono stata eletta dal Partito conservatore. Ho quindi parlato con Sua Maestà il Re per informarlo che mi dimetto da Leader del Partito Conservatore. Questa mattina ho incontrato il presidente del Comitato 1922, Sir Graham Brady. Abbiamo concordato che ci saranno elezioni per la leadership da completare la prossima settimana. Ciò consentirà di rimanere sulla strada per realizzare i nostri piani fiscali e mantenere la stabilità economica e la sicurezza nazionale del nostro paese. Rimarrò Primo Ministro fino a quando non sarà scelto un successore. Grazie“.

Le elezioni per la nuova leadership del partito conservatore potrebbero tenersi entro il prossimo 28 ottobre, gestite dal Comitato 1922 quale organismo interno al gruppo parlamentare conservatore incaricato di gestire le fasi di questa procedura attraverso uno scrutinio e poi la conclusione delle elezioni stesse.
L’idea è di arrivare alla definizione di un nuovo leader prima della dichiarazione di bilancio prevista per il 31 ottobre. Prime indiscrezioni sul totonomi. Con i bookmaker inglesi che danno per favorito Rishi Sunak, 11/10, seguito da Penny Mordaunt per 7/2 e Ben Wallace dato a 8/1. 9/1 anche per il cancelliere Jeremy Hunt. A seguire Boris Johnson, 13/1, Theresa May, 16/1, Michael Gove, 31/1, Grant Shapps 35/1 e Suella Braverman a 55/1. Anche se secondo i media inglesi né Hunt, né Gove e nemmeno Tugendhat hanno intenzione di partecipare alla corsa per la leadership dei Tory.