Nel 1981, l’allora Primo Ministro inglese Margaret Thatcher disse che una visita di Stato ha il compito di «promuovere gli interessi del Regno Unito, essere gradita agli ospiti e rispettare i doveri e la dignità della Famiglia Reale». Prima del regno della Regina Elisabetta II, le visite di Stato «in entrata» erano pochissime e il loro significato diverso. Nel XIX infatti si utilizzava l’espressione «visita di Stato» per descrivere un’occasione in cui il monarca visitava, a titolo ufficiale e non privato, una città o una parte del Regno Unito. Con Elisabetta II, le visite di Stato hanno cambiato valore e sono cresciute sostanzialmente: secondo il sito web della Famiglia Reale, tra la sua ascesa al trono nel 1952 e la sua morte nel 2022 la Corona inglese ha ospitato circa 112 visite di Stato.
L’organizzazione
Le visite di Stato alla Corona inglese possono essere «inbound» (in entrata) o «outbound» (in uscita). Per le visite «in entrata», monarchi, presidenti o primi ministri stranieri vengono invitati a visitare il sovrano – attualmente, Re Carlo III – su consiglio del FCDO (Foreign, Commonwealth and Development Office). Il FDCO copre le spese di alloggio, trasporto, vitto e spese accessorie nel Regno Unito per la Delegazione ufficiale, tranne le tariffe aeree. All’arrivo dell’ospite e della Delegazione ufficiale (solitamente, un massimo di dieci ministri o alti funzionari), sono previsti precisi elementi cerimoniali.
L’accoglienza
Un ricevimento ufficiale viene organizzato presso la Horse Guards di Londra per accogliere il presidente o monarca in visita. L’accoglienza può svolgersi talvolta nel Castello di Windsor o nel Palazzo di Holyroodhouse a Edimburgo. Qui vi partecipano il Re insieme ad altri componenti della Famiglia Reale. Successivamente, si passa in rassegna la Guardia d’Onore, con la presentazione fatta dal Capitano della Guardia sempre nella lingua del capo di Stato in visita. A questo segue un corteo verso Buckingham Palace, con il Re e il capo di Stato ospite in carrozza, scortati dalla Household Cavalry. Il benvenuto è accompagnato da coli di cannone sparati a salve da Green Park alla Torre di Londra. La sera dell’arrivo è previsto un banchetto di Stato presso la Sala da Ballo a Buckingham Palace, in cui il sovrano dà il benvenuto formale con un discorso e un brindisi al visitatore che risponde. Per il banchetto sono previsti solitamente circa 150 ospiti, invitati in base ai loro legami culturali, diplomatici ed economici con il Paese ospitante. Una visita di Stato dura normalmente due giorni, che possono includere anche un discorso del visitatore nella Royal Gallery del Parlamenti o, per alcuni, in entrambe le Camere nella Westminster Hall. A volte, la Royal Collection organizza delle mostre di oggetti a tema da esporre.
Esiste un codice di comportamento?
Per quanto riguarda i codici di comportamento che un capo di Stato deve tenere in presenza del sovrano inglese, nel sito della Famiglia Reale non ci sono specifiche particolari. Si legge infatti che non esistano «codici di comportamento obbligatori», ma che abitualmente si osservino le formule tradizionali. Tra queste rientrano, ad esempio, salutare Re Carlo con il titolo “Your Majesty” alla prima interazione o evitare di prendere l’iniziativa nel contatto fisico. In ogni caso, tra il regno di Elisabetta II e quello del figlio Carlo III si possono notare dei cambiamenti visibili. Elisabetta II aveva tradizionalmente un approccio più conservatore nel protocollo, a differenza dell’impostazione a volte moderna e flessibile di Re Carlo. Basti guardare la recente visita di Donald Trump ai reali inglesi. Innanzitutto, si tratta dell’unico capo di Stato ad essere stato invitato per due visite ufficiali in Regno Unito (la prima era stata nel 2019, con Elisabetta II regnante). Per la visita di martedì 16 settembre, i reali britannici hanno riservato al presidente statunitense e alla First Lady Melania Trump una solenne cerimonia di accoglienza: un picchetto d’onore numeroso e sfarzoso mai visto prima per un leader straniero.