Dal 7 marzo al 10 aprile 2025, l’Accademia di Romania in Roma ospiterà la mostra “Nemiche del popolo”, un’esposizione multimediale e interattiva che racconta la storia delle donne incarcerate dal regime comunista. In occasione della Festa internazionale delle donne, l’esposizione vuole sensibilizzare il pubblico sulla condizione femminile nei regimi totalitari, mettendo in luce le storie tragiche di chi fu perseguitato per motivi politici in Romania. Organizzata in collaborazione con la Fondazione Accademia Civica e il Memoriale delle vittime del comunismo e della resistenza di Sighet, la mostra è patrocinata dall’Ambasciata di Romania in Italia.
La cerimonia di apertura vedrà la partecipazione di personalità di spicco, tra cui la scrittrice e poetessa Ana Blandiana, che terrà un intervento sul tema della memoria come giustizia. Insieme a lei, interverranno Ioana Boca, direttrice della Fondazione Academia Civică, e Virginia Ion, curatrice della mostra. Due testimoni dirette di quell’epoca terribile, Niculina Moica e Iustina Radu, condivideranno le proprie esperienze personali, portando la storia viva di quelle che furono donne resistenti, prigioniere e martiri di un regime che non faceva distinzioni di genere.
La mostra esamina il ruolo delle donne durante il periodo del comunismo in Romania, presentando i ritratti e le storie di 71 donne che furono incarcerate per motivi politici. Queste donne, definite “nemiche del popolo”, vennero arrestate per motivi molto diversi: alcuni legami con l’Occidente, partecipazione alla resistenza anticomunista, opposizione alla nazionalizzazione delle terre, o semplicemente essere parenti di uomini considerati pericolosi dal regime. In un periodo in cui ogni dissenso veniva perseguito con la forza, la mostra vuole restituire loro dignità e memoria.
Particolarmente commovente è la sezione dedicata alle “detenute più giovani”, che racconta la storia di bambine che hanno vissuto la prigionia politica, alcune delle quali sono nate in carcere, poiché le loro madri erano incinte al momento del loro arresto. Attraverso cimeli e oggetti realizzati in carcere, la mostra descrive anche le condizioni di vita nelle carceri femminili, offrendo uno spaccato delle sofferenze quotidiane delle prigioniere. Ogni oggetto, ogni testimonianza diventa simbolo di una lotta dimenticata. Il progetto, nato nel 2021 e già esposto in vari luoghi, tra cui il Museo Carlo I di Brăila e il Museo Nazionale di Storia della Repubblica Moldova, è arrivato finalmente a Roma, permettendo al pubblico italiano di conoscere un capitolo doloroso della storia europea. La curatrice Virginia Ion ha progettato un allestimento che coinvolge lo spettatore non solo attraverso le immagini e i ritratti, ma anche attraverso l’uso di luci, ombre e suoni, creando un’esperienza immersiva che amplifica la risonanza emotiva del tema trattato.
“Nemiche del popolo” è stata premiata per la sua forza evocativa e il suo design innovativo, che trasporta il pubblico nell’universo oscuro e oppressivo del regime comunista, portandolo a riflettere non solo sulla storia di ieri, ma anche sulle sfide di oggi. La mostra è un atto di memoria che diventa una denuncia contro ogni forma di oppressione, un invito a non dimenticare le vittime dei totalitarismi e a difendere i diritti e la dignità di tutti gli individui, soprattutto quelli più vulnerabili. La mostra offre un’opportunità unica per approfondire un aspetto poco conosciuto della storia del comunismo, evidenziando le sofferenze delle donne che sono state oggetto di repressione politica. La memoria storica, come afferma Ana Blandiana, diventa uno strumento di giustizia, un atto necessario per evitare che simili atrocità vengano dimenticate o ripetute.
La mostra “Nemiche del popolo” è stata premiata nel 2021 al Galà annuale di Architettura organizzato dalla filiale di Bucarest dell’Ordine degli Architetti. La giuria ha ritenuto che si trattasse di “una mostra che crea una serie di immagini forti, viscerali, in cui il tema viene sfruttato e lo spettatore viene trasposto nell’universo cupo da esso evocato. Il pubblico viene coinvolto, diventa attore della mostra: attraverso suoni, immagini e giochi di luci e ombre, va ben oltre la condizione di mero testimone. Il Memoriale alle vittime del Comunismo e della Resistenza è nato nel 1993 per iniziativa degli scrittori Ana Blandiana e Romulus Rusan, essendo il primo memoriale al mondo dedicato alle vittime del comunismo. Lo scopo generale del memoriale è l’educazione civica attraverso una buona conoscenza del recente passato della Romania e dell’Europa dell’Est. L’entità giuridica che crea e amministra il Memoriale è la Fondazione Accademia Civica.