La nazione che quest’anno ha conquistato il primo posto è l’Austria con la canzone “Rise like a phoenix” del cantante Thomas Neuwirth, in arte Conchita Wurst, la drag queen capelli lunghi, trucco e barba ostentata che non ha mancato di suscitare scandalo e polemiche, soprattutto tra le frange conservatrici di Russia, Bielorussia e Armenia, tutte nazioni partecipanti all’Eurovision Contest. A rappresentare l’Italia quest’anno c’è stata Emma Marrone con la sua “La mia città”, che è stata una delle poche canzoni con il testo non inglese e che però è riuscita a persuadere il pubblico, strappando solo un 21° posto sulle 26 finaliste. Al secondo e terzo posto si sono piazzati rispettivamente la coppia olandese “The Common Linnets” e la cantante svedese Sanna Nielsen.
Con 37 paesi partecipanti, 30 000 visitatori che hanno invaso la città ospitante Copenaghen, e più di 30 milioni di euro spesi l’Eurovison si è dimostrato anche in questa edizione una gigantesco spettacolo che non ha risparmiato in impianti, luci ed effetti speciali allo scopo di tenere incollati ai loro schermi gli spettatori di tutta Europa, dall’Islanda a Malta, dal Portogallo a Israele; un’immensa vetrina in cui far conoscere nuovi cantanti e mettere in mostra sul mercato del vecchio continente nuovi talenti della musica pop europea. È stato soprattutto un evento in cui è andato in scena lo spettacolo, spesso stereotipato, che l’Europa dà di se stessa e che ha piacere a contemplare.
Daniele Di Giovenale
Twitter: @DanieleDDG
11 maggio 2014